giovedì 7 novembre 2013

Storia d'Italia - Fenici e Cartaginesi

I primi stanziamenti fenici in Italia sono datati attorno all'VIII secolo a.C. quando, dopo un iniziale fase di precolonizzazione del Mediterraneo occidentale e di fondazione di città come Utica e Cartagine, si insediarono sulle coste della Sardegna e nella Sicilia occidentale. Nacquero Mozia (da cui più tardi Lilibeo), Palermo, Solunto in Sicilia e Sulci, Nora, Tharros, Bithia, Kalaris in Sardegna.

Mentre in Sicilia lo stanziamento fenicio non incontrò grandi reazioni da parte degli autoctoni (a Monte Erice, per esempio, un tempio fu dedicato ad Astarte, dea-madre dell'area cananea, che veniva frequentato dai Fenici e dagli Elimi), in Sardegna per la strenua resistenza opposta dai Sardo nuragici, non riuscirono a controllare territori molto ampi lontano dalle loro città.

La visione dei Fenici colonizzatori è stata ridimensionata dalle scoperte archeologiche di fine XX secolo che evidenziano come in realtà i mercanti levantini frequentavano approdi già abitati dagli autoctoni con i quali avevano un pacifico rapporto di reciproci scambi commerciali. Il notevole flusso di merci favorì l'ampliarsi di questi approdi che vennero dotati di migliori strutture portuali e di un'edilizia mutuata proprio dai Fenici i quali, tramite matrimoni misti, si integrarono perfettamente con gli autoctoni apportando nuove conoscenze e nuovi stili di vita.

Solo con l'arrivo dei Punici, a metà del VI secolo a.C., con la spedizione del semi leggendario Malco, iniziò il tentativo di conquista vera e propria delle isole maggiori. Cartagine, a tre secoli dalla fondazione, era diventata potenza egemone dell'Africa settentrionale fermando in Libia la colonizzazione greca vincendo Cirene. In Sicilia invece la colonizzazione greca aveva relegato la presenza punica nell'estrema punta occidentale dell'isola. I Cartaginesi allora, spinti da interessi di carattere demografico e economico, tentarono di conquistare l'intera Sicilia, cacciando da essa i Greci. Ciò avrebbe consentito il totale controllo dei due passaggi dal Mediterraneo Orientale a quello Occidentale. Le guerre greco-puniche (550 a.C.-275 a.C.) non portarono a grandi risultati, allargando a fasi alterne la sfera di influenza cartaginese o greca in Sicilia senza che nessuno dei due popoli riuscisse a prevalere nettamente sull'altro.

Lo scontro tra le due civiltà si concluse con lo scoppio della prima guerra punica che tolse ai Cartaginesi le aree siciliane e pose una pesante ipoteca su Siracusa, unico regno siceliota importante. Cartagine riuscì comunque a bloccare quasi completamente l'espansione greca nel Mediterraneo occidentale. In Sardegna invece i Cartaginesi conquistarono la parte meridionale dell'isola, pur incontrando maggiori difficoltà a causa della resistenza opposta dalle popolazioni autoctone. Nel corso del tempo i Cartaginesi chiusero le coste dell'isola in un vero e proprio cerchio di fortezze e colonie. La conquista della Sardegna permise il controllo della produzione mineraria e agricola in relazione alle necessità puniche e non solo autoctone. L'agricoltura sarda si basava principalmente sulla produzione di grano tanto che già nel 480 a.C. Amilcare, impegnato nella battaglia di Imera, fece venire dalla Sardegna i rifornimenti di grano per le sue truppe, che si trovavano in Sicilia. Lo pseudo-aristotelico De mirabilibus auscultationibus riporta che Cartagine proibiva la coltivazione di piante da frutto per incentivare la monocultura del grano. Anche l'artigianato sardo subì profonde influenze puniche.

Cartagine entrò anche nella storia d'Italia peninsulare alleandosi con gli Etruschi per combattere i pirati greci di Alalia, in Corsica. Le Lamine di Pyrgi testimoniano quanto fosse sentito l'influsso cartaginese sulle coste toscane e laziali. Nel 509 a.C., infine, la neonata Repubblica romana e i cartaginesi siglarono il primo dei Trattati Roma-Cartagine, che segnò l'inizio di relazioni diplomatiche stabili fra le due città. Successivamente vennero conclusi altri trattati, in cui vennero concesse ulteriori concessioni all'Urbe fino alla caduta definitiva di Cartagine. 7 - CONTINUA



2 commenti: