venerdì 27 novembre 2015

19° Giornata Nazionale della Colletta alimentare



CONDIVIDERE I BISOGNI PER CONDIVIDERE IL SENSO DELLA VITA

«LA FAME OGGI HA ASSUNTO LE DIMENSIONI DI UN VERO “SCANDALO” CHE MINACCIA LA VITA E LA DIGNITÀ DI TANTE PERSONE. OGNI GIORNO DOBBIAMO CONFRONTARCI CON QUESTA INGIUSTIZIA, MI PERMETTO DI PIÙ, CON QUESTO PECCATO […]. NON POSSIAMO COMPIERE UN MIRACOLO COME L’HA FATTO GESÙ; TUTTAVIA POSSIAMO FARE QUALCOSA, DI FRONTE ALL’EMERGENZA DELLA FAME, QUALCOSA DI UMILE, E CHE HA ANCHE LA FORZA DI UN MIRACOLO. PRIMA DI TUTTO POSSIAMO EDUCARCI ALL’UMANITÀ, A RICONOSCERE L’UMANITÀ PRESENTE IN OGNI PERSONA, BISOGNOSA DI TUTTO. CONTINUATE CON FIDUCIA QUESTA OPERA, ATTUANDO LA CULTURA DELL’INCONTRO E DELLA CONDIVISIONE. […] CONDIVIDERE CIÒ CHE ABBIAMO CON COLORO CHE NON HANNO I MEZZI PER SODDISFARE UN BISOGNO COSÌ PRIMARIO, CI EDUCA A QUELLA CARITÀ CHE È UN DONO TRABOCCANTE DI PASSIONE PER LA VITA DEI POVERI.»

- PAPA FRANCESCO, UDIENZA DEL 3 OTTOBRE 2015, IN AULA PAOLO VI, CON IL BANCO ALIMENTARE 

GRATI PER QUANTO IL SANTO PADRE CI HA DETTO E DESIDEROSI DI FARNE ESPERIENZA, TI INVITIAMO A VIVERE CON NOI LA COLLETTA ALIMENTARE.



sabato 21 novembre 2015

Santuario Abbazia di Montevergine



Il santuario di Montevergine è un complesso monastico mariano di Mercogliano, situato nella frazione di Montevergine: è monumento nazionale. L'abbazia territoriale di Montevergine è una della sei abbazie territoriali italiane. Al suo interno viene venerato il quadro della Madonna di Montevergine e si stima che ogni anno sia visitato da circa un milione e mezzo di pellegrini.

La storia del santuario di Montevergine è strettamente legata alla figura di Guglielmo da Vercelli, un monaco eremita vissuto tra l'XI e il XII secolo, attratto dai pellegrinaggi nei luoghi della cristianità. Rientrato in Italia dopo un lungo viaggio a Santiago di Compostela, decise di intraprendere un nuovo pellegrinaggio verso Gerusalemme ed al fine di prepararsi spiritualmente si rifugiò presso il monte Serico, ad Atella, dove è protagonista della guarigione di un cieco. Ripreso il viaggio verso la terra santa, giunge a Ginosa, incontrandosi con Giovanni da Matera, il quale gli consiglia di rinunciare al pellegrinaggio e di operare per il servizio divino nelle terre d'Occidente: Guglielmo rifiuta i consigli del santo e prosegue per il suo cammino fino a che non viene malmenato da un gruppo di briganti. Ricordatosi delle parole di Giovanni e dopo una lunga riflessione spirituale, comprende la nuova strada da seguire, ossia quella di ritirarsi in solitudine e dedicarsi alla meditazione. Giunto in Irpinia, sente che la volontà di Dio è quella di farlo risiedere su un monte, oggi conosciuto come Partenio, ad una altitudine di oltre mille metri.

Con il passare del tempo la fama di santità di Guglielmo aumentò sempre più, tanto che sul monte, spontaneamente, iniziarono ad arrivare uomini desiderosi di abbracciare uno stile di vita dedito alla preghiera e alla solitudine: in poco tempo numerose celle, fatte per lo più con fango e malta, ospitarono numerosi monaci. Allo stesso tempo si decise anche la costruzione di una chiesa, consacrata nel 1126, dedicata alla Madonna, ma, contrariamente a quanto è spesso raccontato, non si verificò alcuna apparizione: Guglielmo seguì soltanto la sua profonda devozione nei confronti della Vergine Maria. Ben presto i monaci di Montevergine si riunirono in una congregazione detta Verginiana, riconosciuta ufficialmente l'8 agosto 1879 da papa Leone XIII: nel corso dei secoli la congrega ha svolto servizio sia di evangelizzazione, utilizzando addirittura il dialetto locale pur di arrivare ai ceti più bassi della società, sia di cura dei malati, con la costruzione di numerosi nosocomi in Campania e nel resto del sud Italia. Dopo la morte di San Guglielmo, nel 1142, il santuario raggiunse il periodo di massimo splendore tra il XII ed il XIV secolo, quando si arricchì di numerose opere d'arte e si espanse notevolmente grazie alle offerte di feudatari, papi e re: fu in questo periodo che venne donato il dipinto della Madonna, oggi venerato nella basilica cattedrale, ma anche numerose reliquie, tra cui le ossa di San Gennaro, che furono poi trasferite nel duomo di Napoli nel 1497.

Tra il 1378 ed il 1588 il santuario di Montevergine visse una profonda crisi sia dal punto di vista spirituale sia economico, accentuata da una commenda del 1430, che assegnava ad uomini senza alcun interesse cristiano le offerte deposte per l'abbazia. Dal 1588 fino all'inizio del XIX secolo la vita monastica scorse abbastanza tranquilla, anche se nel 1611 la foresteria fu gravemente danneggiata da un incendio e nel 1629 si assistette al crollo della navata centrale della chiesa; dal 1807, anno in cui il corpo di San Guglielmo fu traslato dall'abbazia del Goleto a Sant'Angelo dei Lombardi a Montevergine, al 1861 un nuovo periodo di crisi mise seriamente a rischio la vita della congregazione stessa: il 28 maggio 1868 il consiglio di stato sancì che le abbazie non dovessero essere soggette ad alcun tipo di soppressione economica e quindi tutti i beni confiscati negli anni precedenti vennero nuovamente restituiti; nello stesso anno il santuario fu dichiarato monumento nazionale.

All'inizio del XX secolo la situazione migliorò notevolmente ed il santuario ritornò a godere dell'antica fama, diventando uno dei più visitati del sud Italia: addirittura durante la seconda guerra mondiale, precisamente dal 1939 al 1946, ospitò segretamente la Sacra Sindone di Torino, fortemente voluta da Adolf Hitler. Notevoli furono le novità apportate in questo periodo, come la ristrutturazione della foresteria, del monastero e della basilica antica, l'apertura nel 1956 della funicolare che collegava il centro di Mercogliano al santuario in soli 7 minuti, evitando ai pellegrini una strada stretta e tortuosa, precorsa all'epoca da carri trainati da muli o a piedi, l'inaugurazione della nuova basilica, progettata dall'Arch. Florestano Di Fausto, nel 1961, sul cui altare maggiore venne posto il quadro della Madonna; sempre agli anni sessanta risalgono la cripta, che contiene le spoglie di San Guglielmo, la sala degli ex voto ed un museo, riorganizzato secondo i moderni standard solo nel 2000, che raccoglie i numerosi reperti archeologici o gioielli ed opere d'arte portati dai pellegrini o ritrovati intorno al santuario; infatti in zona sorgeva, in epoca romana, un tempio dedicato a Cibele. Oltre al complesso che sorge sul monte Partenio, appartiene al santuario anche il Palazzo abbaziale di Loreto, ubicato nel centro della città di Mercogliano. Al suo interno trovano sede una farmacia risalente al 1753 ed una biblioteca. Il 25 giugno 2012, dopo un accurato restauro, il quadro della Madonna è stato nuovamente collocato all'interno della Basilica antica, nella cappella dedicata al Crocifisso.

lunedì 16 novembre 2015

Abbazia di Nonantola

Abbazia di Nonantola


L'abbazia di Nonantola è un'importante abbazia benedettina sita nel comune di Nonantola in provincia di Modena.

L'abbazia fu fondata nel 752 dall'abate Anselmo (che da laico era stato duca del Friuli e che era diventato monaco benedettino) sul territorio ricevuto in dono dal proprio cognato, il re Astolfo. Per i longobardi la fondazione dell'abbazia dava la possibilità di far sentire l'influenza longobarda nella fascia di confine con l'esarcato bizantino e permettere la valorizzazione agricola della zona.

Nella donazione era ricompreso, oltre a un vasto territorio per lo più paludoso intorno al luogo dove è stata costruita l'abbazia, anche un vasto possesso di boschi nella zona appenninica di Fanano.

La chiesa abbaziale fu dedicata a Maria Vergine ed a San Benedetto, poi ai santi Apostoli, successivamente a San Silvestro, quando avvenne la traslazione di questo papa da Roma a Nonantola. A tutt'oggi l'abbazia custodisce alcune reliquie dello stesso san Silvestro.

L'abbazia subì il saccheggio degli Ungari nell'899 e il terremoto del 1117, ma continuò a svolgere un ruolo importante, non solo di carattere religioso. Fu la sede dell'incontro fra papa Marino e l'imperatore Carlo il Grosso e il luogo di sepoltura di papa Adriano.

L'importanza storica dell'abbazia e il suo ruolo nella bonifica agraria di una vasta parte della pianura modenese non trova una corrispondente importanza dal punto di vista architettonico. La costruzione dell'attuale chiesa, in stile romanico, è iniziata a partire dall'VIII secolo dal coevo monastero benedettino di cui si sono conservate le sale del refettorio. Sono attribuite ad allievi di Wiligelmo (che aveva operato nel duomo di Modena) le decorazioni del portico, in particolare due leoni stilofori ed alcune formelle di marmo, tra cui quella con l'Adorazione dei Magi. La cripta presenta 64 colonne che secondo l'uso del tempo hanno capitelli di stili diversi (sono infatti di diversa provenienza, recuperati e riutilizzati nel restauro del 1913-17).

L'abbazia conserva uno dei più importanti tesori delle cattedrali italiane, formato da stauroteche della Santa Croce del Signore, lipsanoteche e rarissime reliquie tessili del IX secolo rinvenute per caso in abbazia del 2002 ed in archivio. Il pezzo più importante è la stauroteca della Santa Croce di Gesù, contenente uno dei maggiori frammenti conosciuti al mondo della Santa Croce del Signore, giunto a Nonantola da Costantinopoli al tempo dei primi abati che fungevano da ambasciatori per Carlo Magno presso l'Impero d'Oriente. Altri oggetti degni di menzione sono il braccio di San Silvestro, la cassetta-reliquiario in argento contenente le calotte craniche dei martiri Senesio e Teopompo (martirizzati a Nicomedia nel 303), e la cassettina in avorio.

Dal 2011 sono in esposizione anche due straordinari sacri tessuti datati IX-X secolo. Si tratta di un tessuto rosso (di chiara e sicura fattura presso gli opifici di Costantinopoli) con aquile all'interno di orbicoli e di un tessuto bianco con ricamati leprotti, leonesse e cervi (di fattura dell'Egitto fatimita o dell'Italia Meridionale). I due tessuti facevano parte del corredo funebre di san Silvestro I papa e sono in ottime condizioni di conservazione nonostante i diversi secoli. Il tesoro dell'abbazia è oggi visibile presso il museo benedettino e diocesano, situato a pochi metri della chiesa.

martedì 10 novembre 2015

Ennio Morricone



Ennio Morricone (Roma, 10 novembre 1928) è un compositore, musicista e direttore d'orchestra italiano. Con una formazione da trombettista, ha scritto le musiche di più di 500 tra film e serie TV, oltre che opere di musica contemporanea. La sua carriera include un'ampia gamma di generi compositivi, che fanno di lui uno dei più versatili, prolifici ed influenti compositori di colonne sonore di tutti i tempi. Le musiche di Morricone sono state usate in più di 60 film vincitori di premi.

Nato a Roma, la produzione di musica assoluta di Morricone include più di 100 brani classici composti a partire dal 1946. Nel corso dei tardi anni cinquanta fu assunto come arrangiatore di studio dalla RCA italiana, ruolo nel quale arrangiò oltre 500 canzoni, lavorando con musicisti come Paul Anka, Chet Baker e Mina. Ciò che diede però fama mondiale a Morricone come compositore furono le musiche prodotte per il genere del western all'italiana, che lo portarono a collaborare con registi come Sergio Leone, Duccio Tessari e Sergio Corbucci, con titoli come la Trilogia del dollaro, Una pistola per Ringo, La resa dei conti, C'era una volta il West, Il grande silenzio, Il mercenario, Giù la testa, Il mio nome è Nessuno.

Durante gli anni sessanta e settanta, Morricone compose per numerosi generi cinematografici, che andavano dalla commedia al melodramma, al thriller ai film storici, consolidando il successo commerciale con parecchie composizioni. Tra il 1964 ed il 1980 poi Morricone fu anche trombettista e co-compositore con il gruppo avanguardistico di improvvisazione libera Gruppo di Improvvisazione Nuova Consonanza. Nel 1978 scrisse il tema ufficiale dei mondiali di calcio.

Dagli anni settanta Morricone fu un nome di rilievo anche nel cinema hollywoodiano, componendo musiche per registi americani come John Carpenter, Brian De Palma, Barry Levinson, Mike Nichols ed Oliver Stone. Morricone scrisse le musiche per numerose pellicole premiate all'Academy Award come I giorni del cielo, Mission, The Untouchables - Gli intoccabili, Nuovo Cinema Paradiso. Negli anni ottanta e novanta, Morricone continuò inoltre a comporre musiche per registi europei.

Nel 2007 Morricone ha ricevuto l'Academy Honorary Award "per i suoi contributi magnificenti e sfaccettati all'arte della musica da film". Nella sua carriera è stato nominato agli Oscar per 5 volte tra il 1979 ed il 2001. Morricone ha poi vinto tre Grammy Awards, due Golden Globes, cinque BAFTAs tra il 1979 ed il 1992, dieci David di Donatello, undici Nastro d'Argento, due European Film Awards, un Golden Lion Honorary Award ed un Polar Music Prize.

Ennio Morricone è Accademico Effettivo dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia e socio dell'associazione Nuova Consonanza impegnata in Italia nella diffusione e produzione di musica contemporanea. Morricone ha venduto più di 70 milioni di dischi.

lunedì 9 novembre 2015

Barzanò: la Canonica di San Salvatore

La Canonica


Barzanò è posto a quasi uguale distanza da Como-Monza-Lecco, in un territorio verdeggiante sulle colline dell'alta Brianza dalle quali si gode un panorama suggestivo che spazia dal San Genesio al Resegone e alle Grigne, dai Corni di Canzo alla catena delle Alpi fra cui spicca il monte Rosa, alla immensa pianura lombarda fino ad arrivare agli Appennini. Chi si trovasse da quelle parti non può non fermarsi ad ammirare la Canonica di San Salvatore.

Le origini della chiesa di San Salvatore risalgono alla tarda antichità. Allorché l'imperatore Gioviano fece chiudere i templi pagani e Teodosio I rese obbligatorio il culto cristiano nella città di Milano, parecchi patrizi gentili, tenaci della religione dei loro padri e dell'antico impero, si rifugiarono nei villaggi lombardi della Insubria per sacrificare agli antichi dei impunemente, edificando perciò sacelli, delubri e rifugi. Fra questi fuoriusciti un certo Novelliano Pandaro venne a stabilirsi verso il 381 nel pago di Barzanova, dove, per adempiere ad un voto, eresse un delubro dedicato a Giove Summano. Questo delubro consisteva in origine in un corpo fabbrica quadrato di solidissime mura con finestrelle rettangolari a guisa di feritoie. In virtù della robusta costruzione, l'edificio poté resistere all'urto del tempo e delle vicende. Verso il 700 fu restaurato e ridotto a chiesa cristiana.

Dalla forma delle colonne e dei capitelli e dalla struttura in cui è inserita la porta, si può pensare che l'edificio, come appare oggi, possa risalire ad epoca longobarda, quando fu costruito il castello, poi distrutto nel 1220. Questa deduzione potrebbe spiegare anche il fatto che prima la chiesa, che sorgeva in cima al piccolo colle, ora si trovi su un fianco dell'altura che potrebbe essersi formata dall'accumulo delle macerie del castello distrutto.

Nel corso dei secoli, l'edificio religioso ha subito alcuni ampliamenti e restauri: rifacimenti dei soffitti e ricostruzione del campanile (1611) per ordine del cardinale Federico Borromeo, sulle rovine del vecchio caduto nel 1550.

All'interno sono rimasti i resti del battistero ottagonale con la vasca ad immersione costruita in marmi rossi. Una cupola, ora andata perduta, sostenuta da otto colonnette in marmo bianco, copriva il battistero al quale si accedeva scendendo alcuni gradini.

Nel secolo scorso la chiesa fu sottoposta a radicale restauro, che portò alla scoperta dell'ampliamento ottenuto con l'aggiunta della parte anteriore. Sulla facciata della piccola chiesa, sopra il portoncino d'ingresso, era ancora parzialmente visibile un affresco della Madonna con due angeli adoranti; il dipinto era decorato da una ghirlanda di melograni e viti, esempio della simbologia cristiana. Nella chiave del portale su una lapide bianca si legge un misterioso nome: "Qui fecit hoc opus appellatur Serin Petrus" ("colui che fece quest'opera si chiama Serin Petrus").


giovedì 5 novembre 2015

Storia d'Italia: la discesa di Carlo VIII in Italia

L'Italia nel 1499


La riapertura delle ostilità dopo il quarantennio di pace seguito agli accordi di Lodi scaturì dall'iniziativa del re di Francia Carlo VIII, che discese in Italia alla testa di un esercito di 25.000 uomini con l'obiettivo di riconquistare il regno di Napoli, sul quale vantava diritti in virtù del legame dinastico con gli Angioini. 

La conquista del reame napoletano rappresentava per Carlo la premessa indispensabile per estendere il proprio controllo all'intera penisola e per affrontare direttamente la minaccia turca. La spedizione del re francese incontrò il favore di molti principi italiani, che intendevano approfittare della sua potenza per conseguire obiettivi propri: il duca di Milano Ludovico il Moro ottenne grazie all'appoggio di Carlo VIII la cacciata del nipote Gian Galeazzo Visconti, che insidiava il suo potere; a Firenze gli avversari dei Medici aprirono le porte della città ai francesi costringendo alla fuga Piero il Fatuo e restaurando la repubblica sotto la guida di Savonarola. Anche i cardinali romani ostili ad Alessandro VI Borgia puntavano alla sua deposizione, ma il papa spagnolo scongiurò colpi di mano garantendo al re il passaggio attraverso i territori pontifici e offrendo suo figlio Cesare come guida in cambio del giuramento di fedeltà.

Il 22 febbraio 1495 Carlo VIII entrò a Napoli, sostenuto da buona parte dei baroni del regno che si erano schierati dalla sua parte contro Ferdinando II d'Aragona. Ma la conquista non poté essere consolidata, vista l'avversione che la sua impresa aveva suscitato anche da parte di coloro che inizialmente l'avevano favorita: Milano, Venezia e il papa costituirono una lega antifrancese, alla quale diedero il proprio appoggio anche l'imperatore Massimiliano e la Spagna dei Re Cattolici. 

Anche se la lega non riuscì a ottenere una vittoria decisiva, con la Battaglia di Fornovo (luglio 1495) riuscì a costringere il sovrano a riparare in Francia. Le ostilità ripresero nel 1499 con la discesa in Italia di Luigi XII, successore di Carlo. Il nuovo sovrano conquistò il Ducato di Milano in forza dei diritti ereditati dalla nonna Valentina Visconti e nel 1501 i francesi occuparono Napoli, ma furono sconfitti dai rivali spagnoli nella Battaglia del Garigliano (1503). Fra il 1499 e il 1503 Cesare Borgia, figlio del papa Alessandro VI, conquistò un dominio a cavallo fra le Marche e la Romagna, grazie anche all'appoggio della Francia e a una politica violenta e spregiudicata. La morte del pontefice nell'agosto del 1503 travolse anche il fragile regno del figlio, che morì sotto le mura di Viana, in Navarra, nel 1507, combattendo a difesa del cognato Giovanni III d'Albret. Nel marzo del 1508, con la battaglia di Rusecco, la Serenissima sottrasse a Massimiliano I le città di Gorizia, Trieste e Fiume. 

Il nuovo Papa, Giulio II, temendo l'espansione della Serenissima, nel dicembre dello stesso anno, a Cambrai, stipulò un accordo segreto contro la Repubblica di Venezia, con la Francia, la Spagna, il Sacro Romano Impero, il Ducato di Ferrara, il Ducato di Savoia e il Marchesato di Mantova. Questo accordo prese il nome di Lega di Cambrai dalla città stessa.

39. CONTINUA.

domenica 1 novembre 2015

Expo Milano 2015

Festa conclusiva della manifestazione


Si è chiusa ieri pomeriggio la manifestazione EXPO Milano 2015 alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

In 184 giorni, 21,5 milioni di visitatori da 140 Paesi. Sono i numeri chiave di Expo Milano 2015. In tutto 54 padiglioni costruiti dai Paesi, e 9 cluster per radunare (per la prima volta) 70 Paesi intorno ad alcuni alimenti simbolo: riso, cacao, caffè, frutta, spezie, grano I RECORD - il 10 ottobre è stato toccato il picco assoluto di visitatori in un solo giorno, 272.785 mila. La settimana-record dal 5 all'11 ottobre, con 1.243.701.

60 CAPI STATO - I capi di Stato e di Governo sono stati 60, 300 le visite visite istituzionali. Il continente più rappresentato è stata l'Africa, con 30 Paesi presenti.

20MILA LAVORATORI: 20 mila quelli assunti per i 6 mesi dell'esposizione. Un migliaio quelli impiegati da Expo spa; 8.000 i volontari che - a titolo gratuito e per un massimo di due settimane ciascuno - hanno operato sul sito espositivo. 2 MILIONI STUDENTI: A centinaia le gite scolastiche organizzate sul Decumano da scuole provenienti da tutta Italia. In totale sono stati oltre 2 milioni gli studenti. 2.300 MILITARI: con le operazioni 'Expo' e 'Strade Sicure' sono stati 2.300 i militari che hanno partecipato alle operazioni di sicurezza. Una presenza capillare che ha prodotto in termini di sicurezza questi numeri: 45.234 mezzi controllati, 364 persone identificate, 25 arresti, 100 denunce, 34 fermi, 17 armi sequestrate, 204 articoli contraffatti sequestrati, 142 interventi di soccorso ai visitatori e oltre due milioni di chilometri percorsi in città. Gestiti dalla centrale operativa di via Drago, ha gestito 2.056 interventi.

26 TONNELLATE CIBO RECUPERATO: è quello messo a disposizione del Banco Alimentare, che punta alle 30 tonnellate.

27 EURO DI SPESA MEDIA: i visitatori secondo un'indagine Coldiretti hanno speso in media a Expo 27 euro a testa. Il 32% ha scelto cucina italiana, il 25% ha scelto cucina straniera, il 34% ha provato entrambe.

122 METRI DI BAGUETTE: è la baguette da record farcita di nutella preparata dai panettieri francesi e italiani con l'apporto di Ferrero.

1.595,45 METRI DI PIZZA: è il record del mondo della pizza più lunga realizzato il 20 giugno: è stata suddivisa in 35mila fette e 300 metri sono andati in beneficenza.

L'Italia saluta il mondo che è passato da Expo e spera di rivederlo ancora più numeroso la prossima estate!

Grazie a tutti.