lunedì 30 settembre 2013

Il Sangiovese

Il Sangiovese (insieme alla Barbera) è uno dei vitigni italiani più diffusi (le aree coltivate coprono l'11% della superficie viticola nazionale); viene coltivato dalla Romagna fino alla Campania ed è tradizionalmente il vitigno più diffuso in Toscana. Entra negli uvaggi di centinaia di vini, tra i quali alcuni dei più prestigiosi vini italiani: Carmignano, Rosso Piceno Superiore, Chianti e Chianti Classico, Brunello di Montalcino, Vino Nobile di Montepulciano, Montefalco rosso, Sangiovese di Romagna, Morellino di Scansano e molti altri meno conosciuti ma altrettanto validi.

Le origini e la provenienza del Sangiovese sono incerte: le prime informazioni sicure risalgono solo al XVI secolo, quando Giovan Vettorio Soderini, nel suo trattato "La coltivazione delle viti", ne parla dicendo che «il Sangiocheto o Sangioveto è un vitigno rimarchevole per la sua produttività regolare». Anche l'origine del nome è incerta e varie sono le teorie: alcuni sostengono che derivi da “sangiovannese” in quanto originario di San Giovanni Valdarno; altri invece lo fanno risalire a forme dialettali (da "san giovannina"­ uva primaticcia ­ dato il suo precoce germogliamento a fine giugno per la festa di San Giovanni Battista), chi sostiene che derivi da “sanguegiovese”, ossia “sangue di Giove” (in quanto proveniente dal Monte Giove nei pressi di Santarcangelo di Romagna).

Da recenti studi genetici sembra che il "Sangiovese", a dispetto della sua diffusa e storica presenza nell’area romagnola e tirrenica, possieda parentele con vitigni coltivati nel Sud Italia, soprattutto in Campania e Calabria (Palummina Mirabella e Calabrese Montenuovo). Dieci varietà ne costituiscono la "famiglia" ed il Ciliegiolo sembra sia un suo discendente diretto.

In generale si parla di Sangiovese, ma in realtà questo termine definisce un gran numero di varietà (o cloni) nelle quali si è differenziato nel corso dei secoli e nei diversi territori.

In Toscana ad esempio se ne distinguono due grandi famiglie: il Sangiovese Grosso, che comprende tra gli altri le varietà Brunello (utilizzato per la produzione dell'omonimo vino) e Prugnolo Gentile (utilizzato per la produzione del Vino Nobile di Montepulciano), ed il Sangiovese Piccolo, utilizzato in gran parte della regione.

Per questo motivo è difficile dare una descrizione assoluta del vino che se ne ricava, che ha certo alcune costanti comuni (buoni tannini ed elevata acidità) ma può variare dal vino rosso più economico ai vertici qualitativi del Brunello, vino di elevato valore prodotto nella zona di Montalcino; qui, nell'habitat unico delle colline montalcinesi, produce un rosso fra i più apprezzati al mondo per struttura, pienezza di gusto, eleganza e capacità di invecchiamento.

Recentemente la differenziazione tra Sangiovese Grosso e Sangiovese Piccolo non è più tenuta in considerazione non avendo alcun riferimento tassonomico e scientifico. Ci si riferisce piuttosto a singoli cloni con sigle attribuite dal sistema vivaistico, oppure a selezioni massali effettuate dai singoli produttore. Per es. Biondi Santi, Poggione e Lisini a Montalcino. L'attuale disciplinare del Consorzio del Brunello di Montalcino con cita più il "Sangiovese Grosso".

Il Sangiovese conosce in questi anni una grande popolarità anche in California, grazie al successo internazionale dei cosiddetti vini "super tuscans". Dalla Napa Valley si è diffuso nelle maggiori zone vinicole californiane, dalla Sonoma County a San Luis Obispo.




domenica 29 settembre 2013

Il Nebbiolo

Il Nebbiolo è un vitigno che produce uva a bacca colorata (nera); è considerato uno dei vitigni di maggior pregio, adatto per vini da invecchiamento di altissima qualità.

Il termine nebbiolo pare derivare da "nebbia", non è chiaro se per definire l'aspetto dell'acino, scuro, ma appannato (annebbiato) da abbondante pruina, ovvero se dovuto alla maturazione molto tardiva delle uve, che porta spesso a vendemmiare nel periodo delle nebbie autunnali.

Il Nebbiolo ha le sue prime citazioni storiche alla fine del Duecento (Pier Crescenzio, Liber dell'Agricoltura), per la sua presenza in vari luoghi, primariamente in Piemonte, soprattutto per l'Astigiano e le Langhe. Solo a partire dal XIX secolo il Nebbiolo viene frequentemente citato nelle opere dei più famosi ampelografi. Nel 1431 è citato negli statuti di La Morra assieme al Pignolo (Pinot).

È coltivato in particolar abbondanza in Piemonte nelle Langhe e nel Roero in provincia di Cuneo e nell'Alto Piemonte dove possiamo indicare le sottozone del Canavese soprattutto nel comune storico di Carema in provincia di Torino, del Biellese, dell'Alto Vercellese e del Novarese. È presente anche nell'Astigiano seppure in quantità minore.

Al di fuori del Piemonte è ampiamente diffuso nella Bassa Valle d'Aosta, ancor più in Valtellina ove costituisce la base per la produzione dei DOCG Valtellina superiore e Sfursat. È presente anche in Franciacorta. Anche in Sardegna settentrionale, nell'area del Comune di Luras è prodotto un pregiato Nebbiolo, localmente denominato come "Nebiolo".

I vini ricavati sono: 

Solo in purezza (100% uve Nebbiolo): Barbaresco, Barolo, Carema, Nebbiolo d'Alba.
Anche con aggiunta di altre uve: Gattinara, Valtellina superiore, Canavese Nebbiolo, Albugnano, Spanna.
Solo con aggiunta di altre uve: Bramaterra, Ghemme, Roero, Boca, Fara, Sizzano, Lessona, Terre Alfieri Nebbiolo.


sabato 28 settembre 2013

Il Salone Nautico di Genova

Dal 2 al 6 ottobre si svolgerà a Genova il 53° Salone Nautico.

Il Salone nautico di Genova è tra le principali fiere mondiali dedicate alla nautica da diporto e si svolge, con cadenza annuale, nel mese di ottobre. È una manifestazione riconosciuta dall'IFBSO, l'International Federation Boat Show Organizers.

Nata nel gennaio del 1962 come una piccola esposizione articolata su una superficie espositiva di 30 000 metri quadrati, attraverso le successive 51 edizioni si è conquistata il ruolo di leader mondiale grazie alla completezza merceologica senza pari e a un'area espositiva particolarmente suggestiva: oltre 200 000 metri quadrati di spazi a terra, cui si aggiunge uno specchio acqueo di altri 100 000 m².

Dal 1966 il Salone nautico di Genova è organizzato in partnership con UCINA - Confindustria Nautica, l'associazione italiana delle industrie nautiche da diporto.

Al calendario eventi si aggiungono poi le attività organizzate presso il teatro del Mare, che offrono al pubblico la possibilità di conoscere la nautica e il mare. Convegni, incontri e iniziative sportive si articolano negli spazi della Fiera di Genova e nelle aree in acqua che accolgono il progetto Navigar M'è Dolce, tappa finale della campagna annuale promossa da Ucina per favorire la nautica per tutti.

L'imbarcazione più lunga mai ospitata dal Salone nautico internazionale di Genova è il megasailer Maltese Falcon, costruita dal cantiere Perini Navi. Con i suoi 88 metri di lunghezza fuori tutto si è aggiudicata il record ed è stata l'ammiraglia a vela della 46ª edizione del Salone, nell'ottobre 2006.

Tutti a Genova, dal 2 al 6 Ottobre per una nuova avventura al Salone Nautico ospitato in una delle città più belle d'Italia. Di seguito il link per accedere al sito internet dove è consultabile il ricco programma: http://www.genoaboatshow.com/






venerdì 27 settembre 2013

La Convenzione delle Alpi

Oggi vi presentiamo la Convenzione delle Alpi.

La Convenzione delle Alpi è un trattato internazionale sottoscritto dai Paesi alpini (Austria, Francia, Germania, Italia, Liechtenstein, Monaco, Slovenia e Svizzera) e dall’Unione Europea con l’obiettivo di promuovere lo sviluppo sostenibile e tutelare gli interessi della popolazione residente, tenendo conto delle complesse questioni ambientali, sociali, economiche e culturali.

Le Alpi, con il loro capitale di biodiversità e le riserve di acqua e legno, sono un ambiente naturale, culturale, di vita e di lavoro per quasi 14 milioni di persone nonché un’importante destinazione turistica che attira circa 120 milioni di visitatori ogni anno.

Nel quadro legale della Convenzione delle Alpi, si svolgono numerose importanti attività, volte ad applicare, a livello europeo, nazionale, regionale e locale, gli impegni contenuti nella Convenzione e nei suoi protocolli.

Per conoscere tutte le attività collegate e offerte nell'Ambito della Convenzione vi segnaliamo il sito internet: http://www.alpconv.org




giovedì 26 settembre 2013

Vitigno

Con il termine vitigno si indica una particolare varietà di vite, generalmente utilizzata per la produzione di vino.

I vitigni si possono distinguere per differenti forme e colori dei chicchi di uva, del grappolo e delle foglie, oltre che per differenti periodi di maturazione e soprattutto per le diverse caratteristiche organolettiche dei vini da essi ottenuti.

Per identificare un dato vitigno è necessaria un'accurata descrizione della forma delle foglie e dei frutti (grappoli); di questo si occupa l'ampelografia. Tale studio sistematico ebbe inizio con l'agronomo latino Columella e si sviluppò con Pier dei Crescenzi nel XIII secolo e soprattutto con il Conte Odart che scrisse nel XIX secolo l'Ampelografia universale. Oggi, a queste accurate descrizioni morfologiche, standardizzate dall'Organisation internationale de la vigne et du vin si sono aggiunte le più accurate analisi del DNA.

Numerosi vini vengono prodotti utilizzando miscele di uve di differenti vitigni, ad esempio il vino Chianti è prodotto principalmente con vitigni di Sangiovese a cui si possono aggiungere Canaiolo o altre uve a bacca rossa. L'aggiunta di Malvasia e Trebbiano non è più ammessa dal 2005.

In Italia i vitigni più diffusi sono tra i rossi il Nebbiolo, il Sangiovese, la Barbera, il Primitivo ed il Montepulciano; tra i bianchi il Trebbiano, il Vermentino, la Vernaccia ed il Moscato.





mercoledì 25 settembre 2013

Vendemmia

L'autunno è la stagione della vendemmia.

Per vendemmia si intende la raccolta delle uve da vino, in quanto nel caso delle uve da tavola si usa semplicemente il termine raccolta.

Il periodo di vendemmia varia tra luglio e ottobre (nell'emisfero settentrionale) e tra febbraio e aprile (nell'emisfero meridionale), e dipende da molti fattori, anche se in maniera generica si identifica con il periodo in cui le uve hanno raggiunto il grado di maturazione desiderato, cioè quando nell'acino il rapporto tra la percentuale di zuccheri e quella di acidi ha raggiunto il valore ottimale per il tipo di vino che si vuole produrre.

Se questo parametro è genericamente valido per le uve da tavola, nel caso di uve destinate alla produzione del vino è necessario considerare ulteriori parametri per decidere quando e come vendemmiare.

Il momento della vendemmia può dipendere da:
  • condizioni climatiche: all'aumentare della latitudine le uve maturano più tardi;
  • zona di produzione: le uve delle vigne esposte a sud maturano prima di quelle esposte a nord; all'aumentare dell'altitudine le uve maturano prima;
  • tipo di uva: i vitigni a bacca bianca maturano in genere prima dei vitigni a bacca rossa;
  • tipo di vino che si vuole ottenere, determinato dalla maggiore o minore presenza di alcuni componenti, quali:
  • zuccheri, un maggior tenore di zucchero aumenterà il grado alcolico del vino prodotto; inoltre un giusto tenore zuccherino è indispensabile per avviare la fermentazione alcolica;
  • acidi, le sostanze acide sono necessarie sia per evitare la proliferazione di batteri (e quindi di malattie), sia per la successiva conservazione del vino;
  • componenti aromatici, variano durante la maturazione dell'uva, e contribuiscono a determinare le caratteristiche organolettiche del vino.

Nei prossimi giorni, nelle prossime settimane, peanuts vi terrà compagnia con la descrizione dei migliori vitigni e dei migliori vini italiani.






martedì 24 settembre 2013

Le Repubbliche marinare: Venezia

Venezia, fondata dai veneti in fuga da Attila nel 415, cominciò un graduale processo di indipendenza nel 697 - con l'elezione del primo doge Paoluccio Anafesto - per completarlo nel 751, dopo il crollo dell'Esarcato di Ravenna. La città lagunare acquisì potenza dallo sviluppo dei rapporti commerciali con l'Impero Bizantino, di cui formalmente faceva ancora parte, pur nell'ambito di una sostanziale indipendenza, per restarne anche in seguito alleata nella lotta contro Arabi e Normanni.

Intorno all'anno Mille cominciò la sua espansione nell'Adriatico, sconfiggendo i pirati che occupavano le coste dell'Istria e della Dalmazia e ponendo quelle regioni e le loro principali città sotto il suo dominio.

Istituzionalmente Venezia era retta da un'oligarchia delle principali famiglie mercantili, sotto la presidenza del doge e di numerose e articolate magistrature, tra cui il Senato; notevole fu la Serrata del Maggior Consiglio (1297), con cui furono esclusi dal governo coloro che non appartenevano alle più importanti famiglie mercantili.

A Venezia fu stilato il Capitolare nauticum, uno dei primi codici di navigazione, giuntoci nella redazione del 1256, ma anteriore di un paio di secoli.

La quarta crociata (1202-1204) le permise di conquistare le località marittime commercialmente più importanti dell'Impero bizantino, tra cui Corfù (1207) e Creta (1209), e di raggiungere la Siria e l'Egitto: raggiunse così il culmine della propria potenza, dominando i traffici commerciali tra Europa ed Oriente; aveva fondachi in tutto il Mediterraneo orientale ed era detta la Serenissima.

Alla fine del XIV secolo, Venezia era divenuta uno degli stati più ricchi d'Europa: la sua moneta, lo zecchino, era coniata in oro e fu una delle più potenti al mondo.

Tra i secoli XIV e XVIII la Serenissima Repubblica di Venezia, in riposta alla politica aggressiva del Ducato di Milano, conquistò un vasto Dominio di Terraferma, comprendente il Veneto, il Friuli, la Venezia Giulia e la Lombardia fino a Brescia: a ciò si accompagnava lo Stato da Mar, un vero e proprio impero coloniale costituito dai possedimenti d'oltremare, tra cui l'Istria, la Dalmazia (tranne Ragusa), quasi tutte le isole greche e Cipro. La Serenissima fu quindi la più estesa delle repubbliche marinare, nonché uno dei più potenti stati della penisola italiana.

Il suo potere nel Mediterraneo orientale nei secoli successivi, nonostante la vittoria di Lepanto, fu minacciato e compromesso dall'espansione dell'Impero ottomano in quelle aree e dallo spostamento dei commerci sull'Atlantico; iniziò così una lenta decadenza, culminata con la conquista napoleonica del 1797, che la ridusse a un'infima città-stato dipendente dagli Asburgo, fino all'unione col regno Lombardo Veneto nel (1848).

Artisticamente Venezia ebbe per secoli risonanza europea: nel Medioevo, fondendo nell'architettura gli stili romanico, gotico e bizantino; nel Rinascimento, coi pittori Tiziano, Giorgione, Tintoretto, Giovanni Bellini e Lorenzo Lotto; nel Barocco, coi compostitori Vivaldi, Tartini e Tommaso Albinoni; nel Settecento, coi vedutisti Giambattista Tiepolo e Canaletto, il commediografo Goldoni, lo scultore Canova e l'avventuriero Giacomo Casanova.

Tra i più importanti navigatori e viaggiatori veneziani si annoverano Sebastiano Caboto, scopritore della Terranova, e Marco Polo, celebre per il suo viaggio in Cina.



lunedì 23 settembre 2013

Le Repubbliche marinare: Pisa

La Repubblica Pisana nacque nel XI secolo. In questo periodo storico Pisa intensificò i propri commerci nel Mar Mediterraneo e finì per scontrarsi più volte con le navi saracene, sconfiggendole a Reggio Calabria (1005), a Bona (1034), a Palermo (1064), a Mahdia (1087), anche grazie all'alleanza con la nascente potenza del Regno di Sicilia.

All'origine Pisa era retta da un Visconte, il cui potere era però limitato dal Vescovo: ma nell'XI secolo, inserendosi nelle lotte tra questi due poteri, la città, governata da un Consiglio degli Anziani, acquisì un'autonomia de facto, ufficializzata poi nel 1081 da Enrico IV di Franconia.

Nel 1016 Pisa, grazie all'alleanza con Genova, sconfisse i Saraceni, conquistò la Corsica e i giudicati sardi di Cagliari e Gallura e acquisì il controllo del Tirreno; un secolo dopo liberarono le Baleari. Contemporaneamente il suo potere economico e politico fu ingigantito dai diritti commerciali acquisiti con le Crociate: ebbe perciò molti fondachi in Terrasanta.

Pisa fu sempre la più fervida sostenitrice della causa ghibellina, opponendosi quindi alle guelfe Genova, Noli, Lucca e Firenze: la sua moneta, l'aquilino, recò sempre il nome dell'imperatore.

Pisa raggiunse l'apice dello splendore tra il XII e il XIII secolo, quando le sue navi controllavano il Mediterraneo occidentale e si sviluppò il romanico pisano, miscellanea di elementi occidentali, orientali, islamici e classici.

La rivalità con Genova si acuì nel XIII secolo e sfociò nella battaglia navale della Meloria (1284), che segnò l'inizio del declino della potenza pisana, con la cessione a Genova della Corsica(1299), perdita a cui si aggiunse nel 1324 quella della Sardegna, a favore dell'Aragona; ma soprattutto, a differenza di Genova, Pisa doveva badare a un entroterra, che ospitava Lucca e Firenze: questo sottrasse forze alla marineria e portò la repubblica alla rovina.

Nel XIV secolo Pisa passò dalla realtà comunale a quella della signoria, mantenendo la sua indipendenza e in sostanza il dominio della costa toscana, e si riappacificò con Genova: tuttavia, nel 1406, la città fu assediata da Milanesi, Fiorentini, Genovesi e Francesi e annessa alla Repubblica di Firenze. Durante la crisi di quest'ultima nelle Guerre d'Italia, Pisa si rivoltò contro Piero il Fatuo e nel 1494 si ricostituì come repubblica autonoma, ripristinando moneta e magistrature proprie; ma dopo 16 anni di grave guerra, già nel 1509 Firenze riuscì a riconquistarla definitivamente.

L'antico porto pisano, ora interrato per le alluvioni dell'Arno, era situato a nord dell'attuale città di Livorno.




domenica 22 settembre 2013

Cagliari - Nostra Signora di Bonaria

Papa Francesco questa mattina ha celebrato la Santa Messa dallo spiazzo antistante il Santuario di Nostra Signora di Bonaria a Cagliari.

La leggenda narra che il 25 marzo del 1370 una nave, che dalla Catalogna dirigeva verso l'Italia, si imbatté in una improvvisa e violenta tempesta. Nell'estremo tentativo di salvare l'equipaggio, il capitano della nave diede ordine di gettare in mare tutto il carico. Questa fu la sorte anche di una pesante e grande cassa, di cui si ignorava il contenuto, che fu gettata per ultima. Appena questa toccò acqua, la tempesta si placò. Successivamente la cassa approdò nella spiaggia situata alla base del colle di Bonaria, vicino a Cagliari, dove suscitò la curiosità dei presenti. Nessuno però riuscì ad aprirla o a sollevarla se non i frati mercedari, chiamati dal vicino convento, situato sulla cima del colle. I frati portarono la cassa al convento, la aprirono e verificarono che il contenuto era un'imponente statua lignea della Madonna col Bambino, la quale teneva nella mano destra una candela accesa Santa Maria della Candelora. La Madonna, raffigurata nella statua, prese quindi il nome di Nostra Signora di Bonaria, dal luogo in cui venne rinvenuta.

La chiesa del convento ospitò il simulacro, divenendo da allora il santuario della Madonna di Bonaria. Solo nel XVIII secolo iniziarono i lavori di costruzione della grande basilica che affianca il santuario.

La città di Buenos Aires, fondata una prima volta dal conquistador Pedro de Mendoza il 2 febbraio 1536, distrutta nel 1541 e rifondata definitivamente come Ciudad de la Santísima Trinidad en el Puerto de Santa María del Buen Aire nel 1580 da Juan de Garay, deve il suo nome alla devozione dei marinai sardi dell'equipaggio verso la Madonna del Buen Aire o de los Buenos Aires, ovvero la Madonna di Bonaria venerata a Cagliari. Nella capitale dell'Argentina si trova una basilica, eretta nel 1911 dai Mercedari, dedicata a Nuestra Señora de los Buenos Aires, la cui festa, come nel capoluogo sardo, si celebra il 24 aprile.

Con queste parole, Papa Francesco spiega l'origine della sua città natale:

"...perché fra la città di Buenos Aires e Cagliari c’è una fratellanza per una storia antica. Proprio nel momento della fondazione della città di Buenos Aires, il suo fondatore voleva nominarla «Città della Santissima Trinità», ma i marinai che lo avevano portato laggiù erano sardi e loro volevano che si chiamasse «Città della Madonna di Bonaria». Vi fu una disputa fra di essi e alla fine hanno trovato un compromesso, così che il nome della Città risultò lungo: «Città della Santissima Trinità e Porto di Nostra Signora di Bonaria». Ma essendo tanto lungo, sono rimaste le due ultime parole: Bonaria, Buenos Aires, in ricordo della vostra icona della Madonna di Bonaria."




sabato 21 settembre 2013

Il tartufo bianco

Oggi, primo giorno di autunno, parliamo di un tipico prodotto autunnale, il tartufo.

Le prime notizie certe sul tartufo compaiono nella Naturalis Historia, di Plinio il Vecchio. Nel I secolo d.C., grazie al filosofo greco Plutarco di Cheronea, si tramandò l'idea che il prezioso fungo nascesse dall'azione combinata dell'acqua, del calore e dei fulmini. Da qui trassero ispirazione vari poeti; uno di questi, Giovenale, spiegò che l'origine del prezioso fungo, a quell'epoca chiamato "tuber terrae", si deve ad un fulmine scagliato da Giove in prossimità di una quercia (albero ritenuto sacro al padre degli dèi). Poiché Giove era anche famoso per la sua prodigiosa attività sessuale, al tartufo da sempre si sono attribuite qualità afrodisiache. Scriveva il medico Galeno: "il tartufo è molto nutriente e può disporre della voluttà".

L'Italia è uno dei maggiori produttori mondiali ed esportatori di tartufi. Nell'intera Penisola è possibile raccogliere tutte le specie di tartufo impiegate in gastronomia. Le più importanti zone di produzione di tartufo bianco sono, per via della loro conformazione geografica, il Piemonte (in particolare Alba, la provincia di Asti e una parte della provincia di Torino), l'Emilia-Romagna (tutta la fascia appenninica a partire da Piacenza, ed in particolare i Colli bolognesi e forlivesi), la Toscana (specialmente i comuni di San Miniato e San Giovanni d'Asso), le Marche (con in testa Acqualagna e Sant'Angelo in Vado), l'Umbria in generale e il paese abruzzese di Ateleta in provincia dell'Aquila. Anche il piccolo Molise è considerato una delle prime regioni europee per la crescita di tartufo bianco pregiato. Le zone molisane di maggiore raccolta sono quelle ricadenti nei comuni di Frosolone, Spinete, Larino e San Pietro Avellana.

Ad Alba, dal 12 ottobre al 17 novembre 2013 si svolgerà l'83° Fiera Internazionale del Tartufo d'Alba.

Riportiamo dal sito internet dell'Organizzazione: (http://www.fieradeltartufo.org/): Ogni sabato e domenica dal 12 ottobre al 17 Novembre (ore 09.00 – 20.00), tutti gli appassionati del “Tuber magnatum Pico” avranno la possibilità di vedere, toccare, annusare e acquistare tanti e tanti tartufi.
Inoltre enogastronomia, folklore, manifestazioni di Piazza, mostre, cultura, musica, sport e mercati.

Vi aspettiamo in tanti anche quest'anno alla Fiera del Tartufo bianco, un'occasione da non perdere!




venerdì 20 settembre 2013

Gran Premio Nuvolari

A Mantova, dal 20 al 22 settembre si corre il Gran Premio Nuvolari 2013.

Leggiamo dal sito internet della manifestazione: La celebre manifestazione di regolarità di auto storiche, organizzata da Mantova Corse, Aci Mantova e Museo Tazio Nuvolari, ha raccolto un numero importante di adesioni, non solo tra i piloti italiani ma anche tra le scuderie internazionali.

Il percorso di 1000 km, partendo da Mantova e attraversando rinomate città d’arte come Siena, Arezzo, Ravenna e Ferrara, per l’edizione di quest’anno vedrà anche il passaggio all’interno di due autodromi: quello di Modena e il “Dino e Enzo Ferrari” di Imola, quest’ultimo per ben due volte. Tra le novità, il transito nel Castello di Panzano, frazione del comune di Castelfranco Emilia, di proprietà del noto collezionista di auto e moto d’epoca Mario Righini.

La scomparsa di Tazio Nuvolari, avvenuta l'11 agosto 1953, destò grande sensazione in tutto il mondo, in particolare, commosse gli uomini della Mille Miglia, Renzo Castagneto, Aymo Maggi e Giovanni Canestrini, i tre che con Franco Mazzotti, scomparso durante la II Guerra Mondiale, avevano ideato e realizzato la "corsa più bella del mondo".

Castagneto, il deus ex machina della Mille Miglia, ed i suoi amici erano autenticamente legati al pilota mantovano, non solo per l'affetto e la stima per l'uomo e l'ammirazione che provavano per il grande campione, ma anche per i sentimenti di riconoscenza che gli attribuivano, per essere stato tra coloro che, con le proprie gesta, avevano maggiormente contribuito all'inarrestabile crescita della loro creatura.

Per onorarne la memoria, il percorso tradizionale della Mille Miglia venne modificato così da transitare per Mantova. Da allora, venne istituito il GRAN PREMIO NUVOLARI, da destinare al pilota più veloce e quindi da disputarsi sui lunghi rettilinei che percorrono la pianura Padana, partendo da Cremona e transitando per Mantova, fino al traguardo di Brescia.

Per chi fosse desideroso di maggiori informazioni: http://www.gpnuvolari.it/




giovedì 19 settembre 2013

Le Repubbliche marinare: Genova

Genova era risorta agli albori del X secolo, quando, dopo la distruzione della città per mano saracena, i suoi abitanti ripresero la via del mare. A metà del X secolo, inserendosi nella contesa tra Berengario II d'Ivrea e Ottone I di Sassonia, ottenne nel 958 l'indipendenza de facto, ufficializzata poi nel 1096 con la creazione della "Compagna Communis", riunione dei commercianti e dei feudatari della zona.

Nel frattempo l'alleanza con Pisa consentiva la liberazione del Mediterraneo occidentale dai pirati saraceni.

Le fortune del comune aumentarono notevolmente grazie all'adesione alla prima crociata, che procurò grandi privilegi per le comunità genovesi in Terra Santa.

L'apogeo si ebbe nel XIII secolo, a seguito del Trattato di Ninfeo e della duplice vittoria su Pisa (battaglia della Meloria 1284) e Venezia (Battaglia di Curzola, 1298): la Superba dominava il Mediterraneo e il Mar Nero e controllava la Liguria, la Corsica, il Giudicato sardo di Torres, l'Egeo Settentrionale e la Crimea meridionale.

Ma il Trecento segnò una grave crisi economica, politica e sociale per Genova, che, fiaccata da lotte intestine, perse la Sardegna a favore degli Aragonesi, fu sconfitta da Venezia ad Alghero (1353) e a Chioggia (1379) e sottomessa più volte alla Francia e al Ducato di Milano.

La repubblica era indebolita dallo stesso ordinamento dello Stato, che, basato sugli accordi privati delle principali famiglie, portava a governi incredibilmente brevi e instabili e a frequentissime lotte di fazione.

Dopo le pestilenze e le dominazioni straniere del Tre e Quattrocento, la città visse un secondo apogeo a seguito della riconquista dell'autogoverno per mano di Andrea Doria (1528), al punto che il secolo seguente fu detto El siglo de los Genoveses; tale definizione non fu dovuta al commercio marittimo, bensì alla sua impressionante penetrazione bancaria, grazie al Banco di San Giorgio, che ne fece un'autentica potenza economica mondiale: parecchie monarchie europee, come la Spagna, furono vincolate dai prestiti dei suoi banchieri e la sua moneta, il genovino, divenne una delle più importanti al mondo.

La repubblica comunque risultava indipendente solo de iure, perché di fatto si trovava spesso sotto l'influenza delle principali potenze vicine, prima i francesi e gli spagnoli, poi gli austriaci ed i Savoia; questa situazione si aggiunse agli atavici quanto debilitanti scontri tra famiglie. Per ironia della sorte, poi, fu proprio un genovese, Cristoforo Colombo, che scoprendo l'America, inficiò i commerci mediterranei di Genova. La repubblica infine venne sottomessa dall'ondata napoleonica nel 1805 e durante il congresso di Vienna (1815) venne decisa l'annessione dei suoi territori al Regno di Sardegna, che ne affossò definitivamente l'economia e provocò l'emigrazione delle migliori maestranze e di gran parte della popolazione rurale verso le Americhe, nonostante i tentativi dei governanti sabaudi.



mercoledì 18 settembre 2013

Sondrio Festival

Dal 30 settembre al 6 Ottobre 2013 si svolgerà a Sondrio, in Valtellina, la 27° edizione del Sondrio Festival, Mostra Internazionale dei Documentari sui Parchi.

Leggiamo dal sito internet del Festival (http://www.sondriofestival.it/) : Sondrio Festival è una rassegna internazionale unica nel suo genere, dedicata principalmente ai documentari naturalistici, di alto livello scientifico e cinematografico, realizzati nei parchi naturali e aree protette di tutto il mondo. Dal 1987 si svolge ogni anno a Sondrio, in ottobre, nel corso di una settimana.

Le opere presentate in concorso sono selezionate fra le migliori produzioni mondiali: nell'albo d'oro del Festival figurano registi provenienti da ogni parte del pianeta e personalità famose nel settore del documentario naturalistico.

La Giuria Internazionale del Festival è composta da documentaristi, produttori, naturalisti, gestori dei parchi e giornalisti.

Obiettivi del Festival sono la diffusione della cultura dei parchi, delle aree protette e della salvaguardia dell'ambiente, l'educazione ambientale e la promozione/valorizzazione del documentario naturalistico.

Sono coinvolti nel corso di una settimana un vasto pubblico e i ragazzi delle scuole che hanno l'opportunità di confrontarsi con documentaristi, naturalisti e amministratori dei parchi.

Tutti a Sondrio allora, al Sondrio Festival e, con l'occasione, non perdiamo l'occasione di gustare un piatto di pizzoccheri insieme con un bicchiere di ottimo Inferno!



martedì 17 settembre 2013

Milano Parking Day

Parking Day è una manifestazione dove cittadini, artisti, attivisti collaborano per trasformare temporaneamente lo spazio di un parcheggio auto in un'area di socialità, divertimento, creatività.

L'iniziativa è nata nel 2005 da un'idea del gruppo Rebar (http://rebargroup.org/)  ed è divenuta presto internazionale (http://parkingday.org/).

La manifestazione avrà luogo in Italia a Milano, in via San Marco dalle ore 11 alle ore 20 e contemporaneamente anche a Sesto San Giovanni, sempre in provincia di Milano.

L'edizione di quest'anno è dedicata ai bambini e ai loro genitori. 

Sabato mattina tutti i bambini di Milano sono attesi in via San Marco con mamma e papà!




lunedì 16 settembre 2013

Museo del violino

Il Ministro ai Beni Culturali della Repubblica ha inaugurato sabato 14 settembre il Museo del Violino di Cremona. (sito internet: http://www.museodelviolino.org/)

Il nuovo spazio è interamente dedicato alla musica e a mantenere viva la tradizione di Cremona, il Violino.

Dal 1976 la Fondazione Museo del Violino Antonio Stradivari – già Ente Triennale – tutela e promuove il valore della liuteria cremonese, classica e contemporanea, attraverso concorsi, mostre, convegni, pubblicazioni, congressi e concerti.

La capacità unica di creare strumenti ad arco di raffinata fattura è alla base di quell’identità cittadina che, nel solco di una tradizione di eccellenze alto-artigianali, affonda le proprie radici nel tardo Rinascimento e nei primi secoli dell’età moderna per giungere intatta fino ad oggi.

Il costante impegno di ricerca e riscoperta dei grandi maestri del passato e della loro opera si traduce, quotidianamente, nella gestione e organizzazione del Museo del Violino e, ogni anno, in autunno, nell’allestimento di mostre di liuteria storica capaci di catalizzare, grazie al rilievo dei contenuti scientifici e a proposte spesso inedite, l’attenzione internazionale.

Gli eredi dei grandi Maestri sono gli artigiani di oggi. La Fondazione organizza, dal 1976, il Concorso Triennale Internazionale “Antonio Stradivari”, momento di confronto privilegiato tra i migliori costruttori di tutto il mondo, tanto da esser definito, non a caso, l’Olimpiade della Liuteria.

Dal 2009 la Fondazione ha anche promosso il progetto “friends of Stradivari”, network mondiale tra quanti possiedono, studiano, utilizzano strumenti della liuteria classica cremonese o ne sono semplicemente appassionati.

Tutti a Cremona quindi a visitare il nuovo Museo del Violino.



domenica 15 settembre 2013

Terre di Efesto

Efesto (in greco, attico: Ἥφαιστος, Héphaistos, dorico: Ἇφαιστος, Áphaistos) nella mitologia greca è il dio del fuoco, della tecnologia, dell'ingegneria, della scultura e della metallurgia.

Era adorato in tutte le città della Grecia in cui si trovassero attività artigianali, ma specialmente ad Atene. Nell'Iliade, Omero racconta di come Efesto fosse brutto e di cattivo carattere, ma con una grande forza nei muscoli delle braccia e delle spalle, per cui tutto ciò che faceva era di un'impareggiabile perfezione.

A Catania nel 2012 nasce l'Associazione Terre di Efesto.

Leggiamo dal sito internet dell'Associazione ( http://www.terrediefesto.eu/):

"Efesto nasce come associazione di apicoltori biologici con l’obiettivo di produrre un miele che racconti della nostra terra, della nostra cultura, della nostra storia. Le finalità dell’associazione non sono circoscritte solo ed esclusivamente all’apicoltura. Parlare di apicoltura significa parlare di agricoltura, zootecnia, ma soprattutto significa parlare di ambiente.  Pensiamo all’indispensabile funzione  che l’ape riveste nel nostro eco-sistema; al prezioso servizio  di impollinazione che rende alla natura; all’importanza di un ambiente sano per la sua e la nostra stessa sopravvivenza. Ragion per cui  l’associazione ha voluto abbracciare tutte quelle tematiche che avessero come unico e fondamentale obiettivo: “la salvaguardia dell’ambiente”. "

Facciamo conoscere Terre di Efesto e tutte le Associazioni che promuovono e difendono un rapporto uomo natura più responsabile, più umano.



sabato 14 settembre 2013

Fiera del Levante

Dal 14 al 22 Settembre 2013 si svolgerà a Bari la 77° Fiera del Levante.

La Fiera del Levante è una delle principali fiere italiane e del Mediterraneo, con sede a Bari, precisamente nel quartiere di Marconi-San Girolamo-Fesca, il suo ingresso principale è su Lungomare Starita, 4. Nel corso dell’anno il quartiere fieristico ospita circa trenta manifestazioni internazionali tra esposizioni, congressi ed eventi legati al mondo dello spettacolo e della cultura;

La manifestazione principale è la "Campionaria di settembre", evento che, negli ultimi anni, ha richiamato fino a oltre un milione di visitatori e circa duemila espositori, nazionali ed esteri, che annualmente affollano i 280.000 metri quadrati della Fiera. Grazie alla ‘Borsa degli affari’, la Fiera promuove i contatti fra espositori del mercato centromeridionale, del sud est europeo e, in generale, dell’area mediterranea.

Di seguito il link al sito internet con il calendario di tutti gli eventi: http://www.fieradellevante.it/

Vi aspettiamo a Bari!






venerdì 13 settembre 2013

Le Repubbliche marinare: Amalfi

Amalfi, la prima repubblica marinara a raggiungere un'importanza di primo piano, acquisì l'indipendenza de facto dal Ducato di Napoli nell'839.

Gli amalfitani si ressero con un ordinamento repubblicano composto da comites, a cui erano preposti i praefecturii, fino al 945, quando Mastalo II assunse il potere e si proclamò duca.

Già dalla fine del IX secolo il ducato sviluppò intensi scambi con Bisanzio e con l'Egitto. I mercanti amalfitani sottrassero agli Arabi il monopolio dei commerci mediterranei e fondarono nel X secolo basi mercantili nell'Italia meridionale, in Africa Settentrionale ed in Medio Oriente. Nell'XI secolo Amalfi raggiunse l'apice della sua potenza marittima, ed aveva fondachi a Costantinopoli, Laodicea, Beirut, Giaffa, Tripoli di Siria, Cipro, Alessandria, Tolemaide e addirittura a Baghdad e in India.

La flotta amalfitana contribuì a liberare il Tirreno dai pirati saraceni, sconfiggendoli a Licosa (846), a Ostia (849) e sul Garigliano (915).

All'alba dell'anno Mille, Amalfi era la più prospera città della Langobardia, l'unica, per grandezza, ricchezza e potenza, a poter competere con le grandi metropoli arabe: coniava una propria moneta d'oro, il tarì, che aveva corso in tutti i principali porti mediterranei; redasse le Tavole amalfitane, un codice di diritto marittimo rimasto valido per tutto il Medioevo; a Gerusalemme il nobile commerciante Mauro Pantaleone edificò l'ospedale da cui avrebbero avuto origine i Cavalieri di Malta; ad Amalfi nacquero la borghesia e quella rivoluzione commerciale che pose fine ai secoli bui.

I lungimiranti duchi di Amalfi seppero salvaguardare nei secoli la propria potenza, alleandosi, a seconda delle circostanze, ora con i bizantini, ora col papa, ora con i musulmani.

Per lungo tempo, sulla base di un'erronea lettura di un passo dell'umanista Flavio Biondo, all'amalfitano Flavio Gioia è stata attribuita l'invenzione della bussola. Nonostante la tenace tradizione originatasi, leggendo correttamente il passo di Biondo, risulta che Flavio Gioia non è mai esistito, e che la gloria degli amalfitani non fu quella di inventare la bussola, importata in realtà dalla Cina, ma di essere stati i primi a usarla e a diffonderne l'uso in Europa.

Lo stretto legame che lega la città di Amalfi all'Oriente è testimoniato anche dall'arte che fiorì nei secoli di indipendenza, in cui si fondono armonicamente influenze bizantine ed arabo-normanne.

Ma verso la metà dell'XI secolo la potenza del ducato comincia ad offuscarsi: nel 1039, anche a causa di lotte intestine, è conquistato da Guaimario V, principe di Salerno, storica nemica di Amalfi, e se ne libera nel 1052 col duca Giovanni II. Ma nel 1073, Roberto il Guiscardo, chiamato proprio dagli Amalfitani contro Salerno, conquistò il ducato, che però rimase sostanzialmente autonomo, e anzi si ribellò spesso ai reggenti normanni, fino al 1100, quando Marino Sebaste, l'ultimo duca, fu deposto dai normanni, che lasciarono ad Amalfi solo un'autonomia amministrativa, tolta poi nel 1131 da Ruggero II di Sicilia. Dopo la conquista da parte dei Normanni, la sua decadenza non fu immediata, divenendo scalo dello stato normanno-svevo ma il suo commercio si ridusse al Mediterraneo occidentale e gradualmente fu soppiantata, a livello locale da Napoli e Salerno, a livello mediterraneo da Pisa, Venezia e Genova.

Con un passato così ricco di storia, Amalfi rimane comunque sino ad oggi una città da visitare per i suoi monumenti e i suoi panorami.

Di seguito il sito internet: http://www.amalfitouristoffice.it/



giovedì 12 settembre 2013

Il Palio di Asti

Il Palio di Asti è una festa tradizionale astigiana che ha radici medievali nata nell'ambito delle celebrazioni patronali di San Secondo e culmina con una corsa di cavalli montati a pelo, ovvero senza sella.

La festa per il patrono, si svolge ininterrottamente dal XII secolo e le prime notizie della corsa, citate dal cronista Guglielmo Ventura, risalgono al terzo quarto del XIII secolo ed anch'essa si svolge ininterrottamente, salvo due interruzioni di settanta anni nel XIX secolo e di trenta nel XX secolo.

La gara, che un tempo si teneva durante le feste patronali del mese di maggio e che si correva"alla lunga" attraverso la contrada Maestra (l'attuale Corso Alfieri), dal 1967 si disputa all'interno di un circuito apposito (o "al giro") ogni terza domenica di settembre. Dal 1988 la corsa si disputa nella centrale piazza Alfieri di Asti.

Nel primo pomeriggio ha inizio il corteo storico che, partendo dalla cattedrale di Santa Maria Assunta, si snoda poi per le vie del centro storico e si conclude in Piazza Alfieri, dove attualmente si tiene la corsa. Il corteo si apre con il gruppo a cavallo del Capitano del Palio e dei magistrati. Al Capitano spetta la supervisione della manifestazione, con il potere di infliggere squalifiche in caso di comportamenti irregolari da parte dei fantini durante lo svolgimento della corsa.

Immediatamente dopo il gruppo di testa, sfilano i vincitori dell'ultima edizione del Palio, seguiti dagli altri partecipanti. Al termine del corteo è posto il Carroccio, antico simbolo dei Liberi Comuni, che reca con sé il Sendallo raffigurante San Secondo a cavallo e le insegne del Comune di Asti. La committenza ogni anno è affidata a un Maestro della pittura contemporanea di fama internazionale.

In passato, i fantini (chiamati all'epoca "paggi") partivano ciascuno dal proprio albergo o contrada della città, dalla Confraternita, Collegio od associazione per cui correvano. Di solito, erano accompagnati da altri uomini a cavallo (anch'essi con i medesimi colori) e dalla folla degli aderenti e simpatizzanti, al suono di trombe, tamburi e corni da caccia. Il punto di incontro era il cosiddetto "Pilone", un tempo deputato alla partenza della corsa "alla lunga".

Un ripetersi di riti antichissimi fanno di questo Palio un evento assolutamente da non perdere, con un fascino tutto particolare, non secondo al forse più famoso Palio di Siena. Personalmente ho assistito al Palio di Asti una decina di anni fa e ne conservo ancora un ricordo ricco di emozioni. Tutti al Palio di Asti che si correrà domenica 15 Settembre 2013. Di seguito il link al sito internet: http://www.palio.asti.it/





 

mercoledì 11 settembre 2013

Lodi

Lodi è un comune italiano capoluogo della provincia omonima in Lombardia.

La città fu fondata il 3 agosto 1158 da Federico Barbarossa, in seguito alla distruzione dell'antico borgo di Laus Pompeia, già municipium romano, sede vescovile e libero comune. Durante il Rinascimento conobbe un periodo di grande splendore artistico e culturale, dopo aver ospitato nel 1454 la firma dello storico trattato tra gli Stati regionali italiani noto come Pace di Lodi.

Nel XXI secolo, la città è un importante nodo stradale e centro industriale nei settori della cosmesi, dell'artigianato e della produzione lattiero-casearia. È inoltre il punto di riferimento di un territorio prevalentemente votato all'agricoltura e all'allevamento: in virtù di tale peculiarità, Lodi è stata scelta come sede del Parco Tecnologico Padano, uno dei centri di ricerca più qualificati a livello europeo nel campo delle biotecnologie agroalimentari.

Segnaliamo questa bella iniziativa che si terrà domenica 15 settembre: il Comune di Lodi patrocina la sesta edizione di Carrozze d'epoca e cavalli in città, organizzato dall'Associazione "Memorial Carlo Alberto Silva".
 
L'iniziativa prende il via alle ore 17.30 di domenica 15 settembre 2013 con la partenza della sfilata storica dal Parco Isola Carolina, in viale Dalmazia, per poi proseguire snodandosi attraverso le vie del Centro Storico.

Un appuntamento da non perdere, adatto a genitori e figli!





martedì 10 settembre 2013

Castello Visconteo di Pavia

Molti sono nel territorio lombardo i Castelli costruiti dai Visconti, Signori di Milano. Uno dei meglio conservati si trova a Pavia.

Il castello Visconteo di Pavia fu costruito nel 1360 da Galeazzo II Visconti. I Visconti vollero anche disegnare un grandioso parco di caccia, che si estendeva originariamente per una decina di chilometri, fino alla Certosa di Pavia; oggi parte del territorio del parco è ancora presente, ma non più collegato al castello, e chiamato Parco della Vernavola.

La costruzione di una “cittadella” fortificata a ovest del nuovo edificio, sull’area limitrofa a S. Pietro in Ciel d’Oro, permise di sviluppare gli aspetti residenziali anziché quelli militari: in effetti, più che una fortezza, il Castello di Pavia fu soprattutto la splendida sede di una corte raffinata, come è ancora possibile intuire dalle grandi bifore esterne, dall’aereo loggiato del cortile e dagli affreschi delle sale interne, elementi che rispecchiano il gusto del gotico internazionale. Nella seconda metà del XIV e nel XV secolo il maniero fu un importante centro di produzione artistica. Di particolare bellezza il decoro con imprese viscontee sul cielo stellato della “Sala Azzurra”, le figure del Cristo morto e dei Santi nell’originaria cappella a piano terreno, i motivi a tappezzeria e le immagini muliebri su sfondo di rose.

Teatro della celebre battaglia che si combatté nel Parco nel 1525, mutilato nel lato nord dalle artiglierie francesi nel 1527 e successivamente divenuto caserma, il Castello di Pavia è stato acquistato dal Comune, restaurato negli anni ’20 e ’30 del XX secolo e, a partire dal secondo dopoguerra, è divenuto sede dei Musei Civici e ospita a la civica Pinacoteca Malaspina.

Per chi si trovasse a soggiornare in Lombardia nei prossimi mesi, consiglio di non perdere l'occasione di visitare il Castello Visconteo di Pavia e approfittare per visitare anche la mostra personale su uno dei massimi esponenti dell'impressionismo, Claude Monet, allestita nelle Scuderie del Castello dal 14 settembre al 15 dicembre 2013, di seguito il link al sito internet:  http://scuderiepavia.com/




lunedì 9 settembre 2013

Maschio Angioino

Castel Nuovo, meglio noto come Maschio Angioino, è uno storico castello medievale e rinascimentale, nonché uno dei simboli della città di Napoli.

Il castello domina la scenografica piazza Municipio ed è sede della Società napoletana di storia patria e del Comitato di Napoli dell'Istituto per la storia del Risorgimento italiano.

La sua costruzione si deve all'iniziativa di Carlo I d’Angiò, che nel 1266, sconfitti gli Svevi, salì al trono di Sicilia e stabilì il trasferimento della capitale da Palermo alla città partenopea.

Il castello è sede del museo civico di Napoli. Infatti  all'interno del Maschio Angioino è presente un percorso museale inaugurato nel 1990 che inizia dalla trecentesca cappella Palatina passando poi per la sala dell'Armeria fino ad arrivare al primo e secondo livello del castello, questi ultimi destinati alla pittura ed alla scultura.

Una soggiorno alla città di Napoli non può prescindere da una visita a questo monumento ricco di storia pluri centenaria. 

Permettetemi infine di rivolgere un pensiero a mio nonno Raffaele, napoletano doc, che ci ha lasciato trent'anni fa, come oggi.






domenica 8 settembre 2013

Città del Vaticano

A Roma, in Piazza San Pietro, centomila persone hanno ascolto nella serata di ieri le parole di Papa Francesco in favore della Pace e contro la guerra.

Riportiamo un brano del discorso del Papa: "E a questo punto mi domando: E’ possibile percorrere un’altra strada? Possiamo uscire da questa spirale di dolore e di morte? Possiamo imparare di nuovo a camminare e percorrere le vie della pace? Invocando l’aiuto di Dio, sotto lo sguardo materno della Salus populi romani, Regina della pace, voglio rispondere: Sì, è possibile per tutti! Questa sera vorrei che da ogni parte della terra noi gridassimo: Sì, è possibile per tutti! Anzi vorrei che ognuno di noi, dal più piccolo al più grande, fino a coloro che sono chiamati a governare le Nazioni, rispondesse: Sì, lo vogliamo! La mia fede cristiana – la mia fede cristiana – mi spinge a guardare alla Croce. Come vorrei che per un momento tutti gli uomini e le donne di buona volontà guardassero alla Croce! Lì si può leggere la risposta di Dio: lì, alla violenza non si è risposto con violenza, alla morte non si è risposto con il linguaggio della morte. Nel silenzio della Croce tace il fragore delle armi e parla il linguaggio della riconciliazione, del perdono, del dialogo, della pace. Vorrei chiedere al Signore, questa sera, che noi cristiani e i fratelli delle altre Religioni, ogni uomo e donna di buona volontà gridasse con forza: la violenza e la guerra non è mai la via della pace! Ognuno si animi a guardare nel profondo della propria coscienza e ascolti quella parola che dice: esci dai tuoi interessi che atrofizzano il cuore, supera l’indifferenza verso l’altro che rende insensibile il cuore, vinci le tue ragioni di morte e apriti al dialogo, alla riconciliazione: guarda al dolore del tuo fratello – ma, penso ai bambini: soltanto a quelli … guarda al dolore del tuo fratello – e non aggiungere altro dolore, ferma la tua mano, ricostruisci l’armonia che si è spezzata; e questo non con lo scontro, ma con l’incontro! Finisca il rumore delle armi! La guerra segna sempre il fallimento della pace, è sempre una sconfitta per l’umanità. Risuonino ancora una volta le parole di Paolo VI: «Non più gli uni contro gli altri, non più, mai!... non più la guerra, non più la guerra!» (Discorso alle Nazioni Unite, 4 ottobre 1965: AAS 57 [1965], 881). «La pace si afferma solo con la pace: la pace si afferma solo con la pace, quella non disgiunta dai doveri della giustizia, ma alimentata dal sacrificio proprio, dalla clemenza, dalla misericordia, dalla carità» (Messaggio per Giornata Mondiale della pace 1976: AAS 67 [1975], 671). Fratelli e sorelle, perdono, dialogo, riconciliazione sono le parole della pace: nell’amata Nazione siriana, nel Medio Oriente, in tutto il mondo! Preghiamo, questa sera, per la riconciliazione e per la pace, lavoriamo per la riconciliazione e per la pace, e diventiamo tutti, in ogni ambiente, uomini e donne di riconciliazione e di pace. Così sia."




sabato 7 settembre 2013

Castel del Monte

Castel del Monte


Castel del Monte è un edificio del XIII secolo costruito dall'imperatore Federico II in Puglia, nell'attuale frazione omonima del comune di Andria, a 18 km dalla città nei pressi della località di Santa Maria del Monte. È situato su una collina della catena delle Murge occidentali, a 540 metri s.l.m.

È stato inserito nell'elenco dei monumenti nazionali italiani nel 1936 e in quello dei patrimoni dell'umanità dell'UNESCO nel 1996.

L'origine dell'edificio si colloca ufficialmente il 29 gennaio 1240, quando Federico II Hohenstaufen ordinò a Riccardo da Montefuscolo, Giustiziere di Capitanata, che venissero predisposti i materiali e tutto il necessario per la costruzione di un castello presso la chiesa di Sancta Maria de Monte (oggi scomparsa). Questa data, tuttavia, non è accettata da tutti gli studiosi: secondo alcuni, infatti, la costruzione del castello in quella data era già giunta alle coperture.

L'edificio è a pianta ottagonale (lato esterno: 10,30 m intervallo tra le torri più diametro di ogni torre: 7,90 m) e a ogni spigolo si innesta una torretta a sua volta ottagonale (lato 2,70 m), mentre l'ottagono che corrisponde alla corte interna ha lati la cui misura varia tra i 6,89 m e i 7,83 m. Il diametro del cortile interno è di 17,86 m. Il diametro dell'intero castello è di 56 m, mentre il diametro di ogni torre è di 7,90 m. Le torri sono alte 24 m e superano di poco l'altezza delle pareti del cortile interno (20,50 m).

L'edificio, oltre a essere un esempio di costruzione precisa, è carico di simbolismi che hanno appassionato numerosi studiosi.

L'ottagono su cui è costruita la pianta del complesso e dei suoi elementi è una forma geometrica fortemente simbolica: si tratta della figura intermedia tra il quadrato, simbolo della terra, e il cerchio, che rappresenta l'infinità del cielo, e quindi segnerebbe il passaggio dell'uno all'altro.

La scelta dell'ottagono potrebbe derivare dalla Cupola della Roccia a Gerusalemme, che Federico II aveva visto durante la sesta crociata, o dalla Cappella Palatina di Aquisgrana.

L'intera costruzione è intrisa di forti simboli astrologici e la sua posizione è studiata in modo che nei giorni di solstizio ed equinozio le ombre gettate dalle pareti abbiano una particolare direzione. A mezzogiorno dell'equinozio di autunno, ad esempio, le ombre delle mura raggiungono perfettamente la lunghezza del cortile interno, ed esattamente un mese dopo coprono anche l'intera lunghezza delle stanze.

Di seguito il link al sito del Castello: http://www.casteldelmonte.beniculturali.it/

Castel del Monte è un luogo magico e misterioso. Imperdibile una visita per chi passa le vacanze in Puglia!





venerdì 6 settembre 2013

Gli gnocchi

Gli gnocchi sono un cibo antichissimo, preparato con farine differenti: farina di frumento, di riso, di semola, con patate, pane secco, tuberi o verdure varie.

Quelli più diffusi in Italia oggi sono preparati con le patate: molto diffusi sono anche quelli preparati con un semplice impasto di acqua e farina. Altri, spesso soprannominati alla romana, vengono preparati con il semolino; altri ancora con farina di mais; inoltre vengono usati svariati altri ingredienti in base alla tradizione locale/regionale. Possono venire serviti come primo, come è tradizione in quasi tutta Italia, come piatto unico o come contorno. Quest'ultimo caso è più frequente per i knodel centreuropei.

Nella città di Roma gli gnocchi rappresentano il piatto tradizionale del giovedì, seguendo il detto "Giovedì gnocchi, Venerdi pesce (o anche "ceci e baccalà"), Sabato trippa" (il proverbio sottolinea l'importanza del giovedì come giorno quasi festivo, che necessita d'un piatto elaborato e gustoso e che anticipa quello di magro del giorno successivo). Ancora sopravvivono antiche hostarie e trattorie dove si segue la tradizione. Noto è il detto "Ridi, ridi, che mamma ha fatto i gnocchi"".

In Campania dove vantano una antichissima tradizione, vengono anche detti strangulaprievete. Il giorno tradizionale in questo caso è la domenica; conditi con ragù napoletano e mozzarella e successivamente gratinati al forno, danno luogo alla ricetta degli "gnocchi alla sorrentina".

Bene a questo punto non mi rimane che augurare a tutti noi: buon appetito davanti ad un bel piatto di gnocchi!






giovedì 5 settembre 2013

Prosciutto di Parma

Per celebrare il Re dei prosciutti, a Parma si svolgerà il Festival del Prosciutto di Parma, dal 6 al 22 settembre 2013.

Finestre Aperte resta il momento più entusiasmante della manifestazione grazie alla sua forza attrattiva sui visitatori, esperti o semplicemente appassionati. Tutti i prosciuttifici della zona tipica di produzione saranno aperti al pubblico, offrendo la possibilità di assistere al ciclo di lavorazione. Saranno i produttori a illustrare tutte le fasi di lavorazione delle cosce di suino che per una magica combinazione di clima, tradizione e passione, diventano Prosciutti di Parma.

Nella produzione del prosciutto di Parma viene usato solo il sale e sono esplicitamente vietate sostanze chimiche, conservanti o altri additivi, inoltre non è permessa né l'affumicatura né il congelamento.

Il Prosciutto, in cucina, si usa abbinato a sapori diversi: con il melone come antipasto, con l'arrosto di maiale, la celebre rosa di Parma, ed è l'ingrediente principale dei classici tortellini. Si accompagna con numerosi vini locali, preferibilmente bianchi (come la Malvasia dei Colli di Parma, il prosecco).

Per chi volesse seguire gli appuntamenti del Festival del Prosciutto di Parma, di seguito il link: http://www.festivaldelprosciuttodiparma.com/

Buon appetito!








mercoledì 4 settembre 2013

La nocciola del Piemonte

Settembre è il mese delle nocciole.
 
Una delle migliori qualità di questo frutto viene prodotta in Piemonte e prende il nome di nocciola Tonda Gentile del Piemonte ovvero Nocciola Piemonte.
 
E' una varietà di nocciola a indicazione geografica protetta, prodotta nella parte sud del Piemonte che comprende alcune aree delle province di Cuneo, di Asti e di Alessandria.
 
Fra le caratteristiche che rendono particolarmente pregiata questa varietà vanno citate in particolare:
  • la forma tonda del frutto che favorisce una veloce sgusciatura meccanica, mantenendo intatto il seme
  • il guscio sottile che da una resa del prodotto sgusciato elevata, dal 46 al 50%.
  • il seme dotato di buon aroma e di sapore delicato,
  • il tenore dei grassi è limitato ed ha quindi buona conservabilità senza problemi di irrancidimento,
  • la sottile pellicola che avvolge il seme (perisperma) viene facilmente asportato dopo la tostatura.
La Nocciola del Piemonte è coltivata ad altitudini comprese tra i 150 ed i 750 metri. La resa può raggiungere o superare i 25 quintali/ettaro. Per la sua buona resa e soprattutto per le sue qualità organolettiche è considerata in ambito mondiale la migliore varietà e spunta sul mercato prezzi superiori a qualsiasi altra.
 
Con la nocciola del Piemonte si producono ottimi dolci, torte, gelati e la famosissima  e buonissima Nutella!

 
 
 
 

martedì 3 settembre 2013

Gran Premio Automobilistico di Monza

Nel prossimo week end si correrà a Monza l'84° edizione del Gran Premio d'Italia di Automobilismo.

Il Gran Premio automobilistico d'Italia è una delle gare classiche del Campionato mondiale di Formula 1.  Si disputa solitamente la seconda domenica di settembre sulla pista dell' Autodromo Nazionale di Monza.

Nel 2013 il gran premio è giunto alla sua 84ª edizione, 78 delle quali si sono svolte a Monza.  Solo in 5 occasioni il gran premio si è disputato in altre città: Montichiari (1921), Livorno (1937),  Milano (1947), Torino (1948) ed Imola (1980).

L'Autodromo Nazionale di Monza è un circuito internazionale situato all'interno del Parco di Monza. È tra gli autodromi permanenti più antichi al mondo, insieme a Indianapolis, Spa, Brooklands e a Montlhery .

Oltre alla Formula 1 e altre categorie automobilistiche sul circuito lombardo si svolge anche un annuale gran premio del Campionato mondiale Superbike.

Dal 1991, con le modifiche al circuito di Silverstone, il tracciato brianzolo è il più veloce tra quelli iridati: l'attuale record ufficiale del circuito è stato stabilito nelle prove del Gran Premio d'Italia 2004 da Rubens Barrichello alla media di 257,320 km/h.

Bene, diamo appuntamento a tutti gli appassionati a Monza dal 6 all'8 settembre per il Gran Premio d'Italia di F1!

lunedì 2 settembre 2013

Bagna càuda

Settembre, arriva il tempo della vendemmia, arriva il tempo della bagna càuda.

La bagna càuda, in piemontese, letteralmente salsa calda, è un tipico piatto della cucina piemontese, originario in particolare dell'Astigiano, delle Langhe, del Roero, del Monferrato, delle province di Cuneo, Torino, Alessandria e Asti.

È un piatto a base di aglio, olio extravergine d'oliva ed acciughe dissalate. Volendo si possono aggiungere agli ingredienti anche burro, panna da cucina, latte e noci tritate. Per tradizione è un piatto tipico del periodo della vendemmia: una delle leggende sulla sua nascita vuole proprio che venisse preparato per togliere ai vendemmiatori il dolce odore, spesso quasi nauseante, dell'uva pigiata.

La bagna càuda si consuma intingendovi vari tipi di verdure di stagione (specialmente cardi, cipolle cotte al forno, peperoni crudi o cotti, foglie di cavolo crude, topinambur, barbabietole, patate cotte a vapore e tante altre).

Un tempo si usavano solo cardi gobbi, tipici di Nizza Monferrato, i topinambur (o rapa tedesca)  ed i peperoni conservati nella raspa (ciò che rimaneva del procedimento di vinificazione del grappolo d'uva) e la bagna càuda veniva consumata in maniera conviviale attingendo da un solo contenitore (pèila), posto al centro del tavolo.

Oggi sono diventati tradizionali appositi contenitori in terracotta (fojòt) costituiti da una ciotola a cui è sottoposto un fornellino per mantenere calda la salsa. La bagna càuda può essere accompagnata da un vino rosso corposo (se vogliamo rimanere nel tipico ambiente langarolo, possiamo usare il Barbera, il Nebbiolo, il Barbaresco, o il Dolcetto, quest'ultimo particolarmente utilizzato nei pasti quotidiani dell'Albese).

I fortunati che visitano il Piemonte in questo periodo non possono mancare di degustare questa prelibatezza italiana.




domenica 1 settembre 2013

La regata storica di Venezia

La Regata Storica è un'importante manifestazione sportiva annessa a una rievocazione storica, che ha luogo a Venezia lungo il Canal Grande la prima domenica di settembre.

Nei primi tempi della Serenissima, nella laguna di Venezia era piuttosto comune l’usanza di divertirsi e passare il tempo libero praticando la voga, con diversi tipi di imbarcazione. Da questa pratica amatoriale nacquero ben presto vere e proprie sfide di velocità e di durata, con modalità e regole sempre più precise.

Non è chiaro quando ebbe inizio la tradizione delle regate. Secondo alcuni studiosi l'origine potrebbe risalire al 942 quando avvenne un episodio analogo a quello del ratto delle sabine: durante una festa popolare, i pirati rapirono le donne veneziane in età da marito ma furono subito inseguiti dagli uomini che remando furiosamente sulle loro barche riuscirono a raggiungere e liberare le giovani rapite. Da questo episodio ebbe origine la Festa delle Marie con annessa regata.

La Regata Storica si svolge principalmente lungo il Canal Grande ed è uno dei momenti più spettacolari, pittoreschi e coinvolgenti della vita cittadina. È una manifestazione molto apprezzata dai numerosi turisti, ma sentita in particolar modo dai veneziani, che le riservano un’importanza notevole tra i vari eventi annuali che si svolgono in città.

La manifestazione è composta da due fasi ben distinte tra loro: il corteo storico e, a seguire, le regate competitive.

Non si possono descrivere le emozioni che si provano assistendo alla Regata Storica di Venezia, solo chi ha avuto la fortuna di assistervi può raccontarlo!