domenica 19 giugno 2016

Porto Badisco

La Grotta dei Cervi

Porto Badisco è una nota località balneare situata nel territorio del comune di Otranto, in provincia di Lecce. Rinomata soprattutto per la tradizione culinaria dei ricci marini.

Meta turistica di notevole interesse storico-paesaggistico, si affaccia sul mar Adriatico e dista meno di 8 km da Otranto e 37 km da Lecce.

A Porto Badisco si trova la Grotta dei Cervi, ( https://youtu.be/dfcB1RTsqms ) che contiene importanti disegni realizzati con guano di pipistrello databili al Neolitico ed è caratterizzata da numerosi anfratti e calette di rara bellezza. In Direzione Santa Cesarea-Castro-Leuca, inoltre, si trova la cosiddetta "Grotta delle Striare", cioè grotta delle streghe, caratteristica per l'entrata attraversata in diagonale da una lingua di roccia.

Dall'ottobre 2006 parte del territorio di Otranto rientra nel Parco della costa di Otranto-Santa Maria di Leuca e del bosco di Tricase, istituito dalla Regione Puglia allo scopo di salvaguardare la costa orientale del Salento, ricca di pregiati beni architettonici e di importanti specie animali e vegetali.

La grotta dei Cervi è stata scoperta il 1º febbraio del 1970 da membri del Gruppo speleologico salentino "P. de Lorentiis" di Maglie -Lecce- ed è il complesso pittorico neolitico più imponente d'Europa. In un primo momento le si diede il nome di “Antro di Enea”, per via della leggenda secondo la quale Enea sbarcò in Italia proprio a Porto Badisco. Il nome attuale deriva dalle successive scoperte dei pittogrammi.

La grotta non è accessibile al pubblico.

Si suddivide in tre ampi corridoi percorsi da pitture scoperte al loro interno.

Il primo corridoio è lungo circa 200 metri, ed a un certo punto si sdoppia in due rami uno in direzione nord alla fine del quale furono ritrovato due scheletri, e l'altro in direzione sud-est.

Il secondo corridoio è ricco di pitture, e anch'esso è lungo 200 metri e vi si accede da un cunicolo passante dal I corridoio. Questo corridoio verso la fine si allarga dando accesso a due sale successive. Verso la metà il percorso si interrompe e vi è la presenza di un laghetto naturale formatosi dalle acque di stillicidio, e successivamente vi è la presenza di un deposito di guano adoperato dall'uomo neolitico per dipingere.

Il terzo corridoio è lungo anch'esso 200 metri e al suo interno vi si accede dal II corridoio attraverso un'apertura molto bassa.

I pittogrammi, in guano di pipistrello e ocra rossa, raffigurano forme geometriche, umane e animali, che risalgono all'epoca neolitica, tra il 4.000 ed il 3.000 a.C.

Le figure rappresentano cacciatori, animali (cani, cavalli, cervi), oggetti, simboli magici, geometrie astratte e molte scene di caccia ai cervi (da cui il nome della grotta). Uno dei pittogrammi più famosi è il cosiddetto Dio che balla, che raffigura uno stregone danzante.

venerdì 10 giugno 2016

Giacomo Matteotti

Giacomo Matteotti


Giacomo Matteotti (Fratta Polesine, 22 maggio 1885 – Roma, 10 giugno 1924) è stato un politico, giornalista e antifascista italiano, segretario del Partito Socialista Unitario, formazione nata da una scissione del Partito Socialista Italiano.

Fu rapito e assassinato da una squadra fascista capeggiata da Amerigo Dumini, probabilmente per volontà di Benito Mussolini, a causa delle sue denunce dei brogli elettorali attuati dalla nascente dittatura nelle elezioni del 6 aprile 1924, e delle sue indagini sulla corruzione del governo, in particolare nella vicenda delle tangenti della concessione petrolifera alla Sinclair Oil. Matteotti, nel giorno del suo omicidio (10 giugno) avrebbe dovuto infatti presentare un nuovo discorso alla Camera dei deputati - dopo quello sui brogli del 30 maggio - in cui avrebbe rivelato le sue scoperte riguardanti lo scandalo finanziario coinvolgente anche Arnaldo Mussolini, fratello del duce. Il corpo di Matteotti fu ritrovato circa due mesi dopo.

Riguardo al delitto Matteotti furono intentati tre procedimenti giudiziari. Il procedimento principale si ebbe dal 16 marzo al 24 marzo 1926 a Chieti (istruito fra il 1925 e il 1926), contro gli squadristi materialmente responsabili del rapimento e dell'omicidio: Amerigo Dumini, Albino Volpi, Giuseppe Viola, Augusto Malacria e Amleto Poveromo. Di questi, Dumini, Volpi e Poveromo furono condannati per omicidio preterintenzionale alla pena di anni 5, mesi 11 e giorni 20 di reclusione, nonché all'interdizione perpetua dai pubblici uffici, mentre per Panzeri, che non partecipò attivamente al rapimento, Malacria e Viola ci fu l'assoluzione. Il collegio di difesa degli imputati, a seguito di richiesta di Dumini, venne guidato da Roberto Farinacci, a quel tempo segretario nazionale del Partito Nazionale Fascista. L'enfasi di Farinacci nella difesa degli imputati fu tale da indurre Mussolini, che viceversa aveva chiesto un processo senza molto clamore, a costringerlo alle dimissioni dalla carica nazionale una settimana dopo la sentenza del processo.

Già nel 1924, nei giorni immediatamente successivi ai drammatici fatti, era stato intentato un procedimento davanti dall'Alta Corte di Giustizia del Senato nei confronti dell'allora capo della Pubblica Sicurezza e della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale (MVSN), il quadrumviro Emilio De Bono, costretto alle dimissioni da Mussolini, per il quale era stato poi ravvisato il non luogo a procedere.

Nel 1947, in seguito al Decreto Luogotenenziale del 27.7.1944 n.159 (che rendeva potenzialmente nulle le condanne avvenute in epoca fascista superiori ai tre anni), la Corte d'Assise di Roma restituì il processo nei confronti di Giunta, Rossi, Dumini, Viola, Poveromo, Malacria, Filippelli, Panzeri. Dumini, Viola e Poveromo furono condannati all'ergastolo (poi commutato in 30 anni di carcere), mentre per gli altri imputati ravvisò il non luogo a procedere a causa dell'amnistia disposta dal Dpr 22.6.1946 n.4. Solo sei anni dopo il Dumini verrà amnistiato. In nessuno dei tre processi venne mai accertata la responsabilità diretta di Mussolini, ma tutti coloro che sono stati riconosciuti implicati nell'omicidio furono esponenti o sostenitori del regime fascista.

giovedì 2 giugno 2016

Buon compleanno Peanuts!



Il 2 giugno 2013 con questo post: ( festa-della-repubblica-italiana ) il vostro blog preferito (speriamo!) iniziava le pubblicazioni...

Da allora sono passati 3 anni durante i quali abbiamo cercato di farvi conoscere meglio il nostro Bel Paese.

Sono state oltre 32.000 le visualizzazioni di pagine, 480 i post pubblicati, 68 le Nazioni di provenienza dei nostri lettori. Numeri ancora piccoli, se vogliamo, ma che testimoniano che ormai peanuts è entrato negli interessi di molti lettori che lo seguono con fedeltà.

Abbiamo cercato di raccontarvi l'Italia più bella e meno conosciuta (che è tanta roba...) parlando di cucina, tradizioni, cultura, luoghi da scoprire, italiani famosi in tutto il mondo, senza dimenticare la storia, la geografia, la religione.

Speriamo di essere riusciti almeno un pochino, attraverso i nostri post, a farvi amare di più la nostra penisola e la nostra gente.

Questo è quello che desidera peanuts e questo è quello che continuerà a fare in futuro.

Pertanto auguri ancora a peanutsfromitaly e auguri anche alla Repubblica italiana che oggi compie 70 anni di vita.