sabato 24 giugno 2017

Eremi d'Abruzzo - Grotta Sant'Angelo


Iniziamo con questo post una serie di articoli sugli eremi d'Abruzzo.

La fede della popolazione abruzzese ha portato alla creazione di numerosi eremi, e non solo di monasteri e chiese, grazie a un rilassante ambiente, soprattutto in prossimità delle montagne, che permette al fedele di sentirsi un tutt’uno con il proprio mondo interiore.

In Abruzzo, da tempi molto lontani si è andati alla ricerca di luoghi isolati, come grotte e valli intervallate dal paesaggio montano, per trovare conforto nella spiritualità.

Il primo eremo che vi presentiamo è quello di Lama dei Peligni (o Grotta di Sant'Angelo).

La grotta è sita nel territorio comunale di Lama dei Peligni, in provincia di Chieti. La grotta con l'annesso eremo è sita a 1300 m. s.l.m.

Nei pressi vi è anche la grotta con l'eremo di Sant'Agata di Palombaro. La prima notizia indubbia è del 1447 con la numerazione dei fuochi della Valle del Sangro quando viene citata una certa "Margarita concubina priorpis Sancti Angeli de Monte". Alcune delle caratteristiche della grotta fecero in modo che, in epoca Longobarda nascesse l'idea di costruire un monastero di San Michele Arcangelo che fu fatto poi edificare da Roberto da Salle. Nel XIII secolo venne costruito l'eremo di Sant'Angelo.

Due tradizioni narrano della grotta:
  • Nel 1327 l'eremo fu abitato dal beato Roberto da Salle prima fondare il sottostante cenobio, forse il Monastero di Santa Maria della Misericordia a Lama dei Peligni
  • Nel 1656 il notaio Camillis di Lama, per sfuggire alla peste si riparò nella grotta. Nella permanenza nella grotta trovò uno stivale pieno di monete d'oro. Diede così il via a una caccia al tesoro che provocò la distruzione delle poche mura dell'eremo rimaste.
L'ingresso alla grotta è molto impervio e ripido. La piccola cella forse era provvista di una piccola finestra sul lato della valle. Un androne era forse la parte abitata dato che era più pianeggiante. Una scalinata d'accesso scavata nella roccia vi consentiva l'ingresso presso cui è stata realizzata, sempre scavando la roccia, un'acquasantiera. Anticamente l'androne era chiuso sul davanti mediante un grosso muro. Delle altre strutture rimangono una piccola edicola lignea. Nel fondo ed ai lati dell'edicola vi erano dipinti Sant'Angelo, San Benedetto e Pietro da Morrone, dipinti ora scomparsi. 

Una vasca è sita presso un muro in cui veniva convogliata una vena d'acqua mentre in una piccola sorgente nasce del muschio.

Nessun commento:

Posta un commento