mercoledì 24 dicembre 2014

Il presepe genovese

Presepe Artistico del Santuario della Madonnetta


Il presepe genovese è, fra i molti delle varie città italiane, quello che - assieme al presepe napoletano ed a quello bolognese - gode di maggior prestigio vantando antiche e consolidate tradizioni, tanto da aver dato vita, nel Settecento, ad una vera e propria scuola.

A tale scuola è attribuito notevole valore, oltre che per l'antico radicamento sul territorio di numerose botteghe artigiane, nelle quali venivano realizzate le prime figurine per la sacra rappresentazione, soprattutto per la minuzia e la pregevolezza dei materiali usati (dal legno alla ceramica, ma, anche, alla carta adoperata per produrre raffinate sagome disegnate) con cui - soprattutto nel passato - venivano rifinite nei minimi particolari le statuine (vestimenti, particolari dei volti, ecc.) destinate a prendere vita sotto una rigorosa volta celeste.

Della rappresentazione della Natività di Gesù Cristo nel capoluogo ligure - spesso definita con il nome alternativo di presepio - si ha notizia a partire dal XVII secolo quando già era attiva a Santa Maria di Castello una Compagnia del Santo Presepio ed alcune figure in legno destinate alla chiesa di San Giorgio venivano commissionate all'intagliatore Matteo Castellino.

Dalle origini, per consolidare una tradizione che a Genova sarà ancora molto sentita nei secoli seguenti, occorrerà attendere però circa ancora un centinaio di anni: dal secolo dello splendore, il Settecento, la riproduzione della grotta di Betlemme con tutti i suoi protagonisti - attori di uno degli eventi più importanti della cristianità - non avviene più soltanto nelle chiese ma anche nelle case di patrizi e borghesi, dando vita, così, al moltiplicarsi delle botteghe artigiane specializzate nell'intaglio del legno.

Molti fra i presepi genovesi rimangono allestiti, al giorno d'oggi, per tutta la durata dell'anno. Fra essi (ed è probabilmente il più attraente e rinomato di tutti) ve ne è uno, in particolare, organizzato a scena fissa ed impreziosito da statuine della scuola di Anton Maria Maragliano (1664-1739), la cui bottega fu tra le più rinomate nella produzione di figurine da presepe. È di ambientazione prevalentemente urbana e si trova nel Santuario di Nostra Signora di Carbonara, conosciuto come Santuario della Madonnetta.

Il presepe è articolato - su di un'area di circa cento metri quadrati - in cinque quadri, tre dei quali, in posizione centrale, sono ambientati - con grande resa scenografica - in una ideale Genova del Sei-Settecento. Vi si scorgono i tipici carrugi (o carruggi), oscura ragnatela di angusti vicoli - molto spesso maleodoranti ed umidi - che tutt'oggi costituisce la trama di quella sorta di enclave che è il centro storico genovese, uno fra i più estesi se non il più esteso in senso assoluto d'Europa. Gli altri due quadri, posti lateralmente, sono invece ambientati uno, quello a sinistra, nella campagna fuori le porte, verso la Valbisagno, e l'altro, quello alla destra, nella culla della cristianità: Gerusalemme.

Il significato - anche didascalico - dell'operazione scenografica dei curatori del presepe è piuttosto evidente, nella sua intenzione di unire - nella concezione religiosa e filosofica del messaggio cristiano - l'Oriente e l'Occidente, in una città - Genova, appunto - che molto ha mutuato, e molto mutua ancora, dalla cultura mediterranea che si espande dalle coste dell'Africa.

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