giovedì 25 agosto 2016

Meeting di Rimini - 6° giornata

Figel, Fontolan e Padre Lufti

Ieri pomeriggio abbiamo assistito all'incontro dal titolo: Sperare contro ogni speranza: lavorare per la pace in Medio Oriente.

Moderati da Roberto Fontolan (Direttore del Centro internazionale di Cl) ci sono Jàn Figel, Inviato Speciale della Commissione europea per la libertà religiosa al di fuori dell’Unione Europea e padre Firas Lufti, superiore del collegio di Terra Santa e vice parroco della parrocchia di San Francesco ad Aleppo, Siria.

Padre Lufti, siriano, è arrivato da Aleppo. Fontolan sottolinea: “E sappiamo cosa vuole dire arrivare da Aleppo”. Dovrebbe essere abituato a vedere macerie, paura, morti. Invece proprio il fatto di vivere dentro la guerra gli fa subito dire: “Siamo uniti nel dolore causato dal terremoto che ha demolito case, distrutto vite”. Dieci giorni fa l’unica strada di collegamento tra la città e l’esterno è stata tagliata dagli jihadisti e dalla controffensiva dell’esercito siriano. “Ho visto cos’è un terremoto. Non avevo mai visto una città completamente rasa al suolo”. È Aleppo, la Milano della Siria, la seconda città della nazione dopo la capitale Damasco. Manca tutto. Luce, cibo. L’emergenza acqua, per ora, è rientrata. “Soprattutto manca sicurezza – prosegue – le bombe cadono giorno e notte”. In quasi sei anni di conflitto sono morte più di 380mila persone, la metà di loro sono donne e bambini.

In tutto questo padre Lufti amministra l’estrema unzione, porta l’Eucaristia agli ammalati costretti a letto perché “non di solo pane vive l’uomo, ma di gesti di carità e compassione”

L’inviato della Commissione europea per la libertà religiosa Figel è slovacco e porta subito le condoglianze “ai parenti delle vittime del terremoto e al popolo italiano. È la conferma che siamo mortali e abbiamo bisogno l’uno dell’altro, sempre più”. Ricorda che al Papa è stato conferito il premio Carlo Magno: “L’Unione europea e le sue istituzioni desideravano affermare che intendono fare di più per la libertà religiosa”.

Le priorità per Figel sono il Medio oriente, il Sud Est asiatico, l’Africa settentrionale e orientale dove si verificano varie oppressioni: regimi totalitari, leggi sulla blasfemia distorte, discriminazioni, violenze su minoranze religiose. Il relatore descrive il secolo sanguinario da cui siamo usciti: due guerre mondiali, i campi di concentramento, il genocidio armeno: “Credo che sia in atto un genocidio in Medio Oriente. Le violenze sono state denunciate e alcuni Parlamenti le hanno riconosciute come genocidio. Penso sia giusto trattarne nel parlamento italiano e in altri”. Figel afferma poi che le nostre fonti di speranza sono la fede e la ragione: non si condivide il timore ma il coraggio. “Non stiamo facendo abbastanza per la fratellanza cristiana. Occorre il riconoscimento che siamo tutti figli di Abramo”.

Per seguire il Meeting: http://www.meetingrimini.org/

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