giovedì 19 settembre 2013

Le Repubbliche marinare: Genova

Genova era risorta agli albori del X secolo, quando, dopo la distruzione della città per mano saracena, i suoi abitanti ripresero la via del mare. A metà del X secolo, inserendosi nella contesa tra Berengario II d'Ivrea e Ottone I di Sassonia, ottenne nel 958 l'indipendenza de facto, ufficializzata poi nel 1096 con la creazione della "Compagna Communis", riunione dei commercianti e dei feudatari della zona.

Nel frattempo l'alleanza con Pisa consentiva la liberazione del Mediterraneo occidentale dai pirati saraceni.

Le fortune del comune aumentarono notevolmente grazie all'adesione alla prima crociata, che procurò grandi privilegi per le comunità genovesi in Terra Santa.

L'apogeo si ebbe nel XIII secolo, a seguito del Trattato di Ninfeo e della duplice vittoria su Pisa (battaglia della Meloria 1284) e Venezia (Battaglia di Curzola, 1298): la Superba dominava il Mediterraneo e il Mar Nero e controllava la Liguria, la Corsica, il Giudicato sardo di Torres, l'Egeo Settentrionale e la Crimea meridionale.

Ma il Trecento segnò una grave crisi economica, politica e sociale per Genova, che, fiaccata da lotte intestine, perse la Sardegna a favore degli Aragonesi, fu sconfitta da Venezia ad Alghero (1353) e a Chioggia (1379) e sottomessa più volte alla Francia e al Ducato di Milano.

La repubblica era indebolita dallo stesso ordinamento dello Stato, che, basato sugli accordi privati delle principali famiglie, portava a governi incredibilmente brevi e instabili e a frequentissime lotte di fazione.

Dopo le pestilenze e le dominazioni straniere del Tre e Quattrocento, la città visse un secondo apogeo a seguito della riconquista dell'autogoverno per mano di Andrea Doria (1528), al punto che il secolo seguente fu detto El siglo de los Genoveses; tale definizione non fu dovuta al commercio marittimo, bensì alla sua impressionante penetrazione bancaria, grazie al Banco di San Giorgio, che ne fece un'autentica potenza economica mondiale: parecchie monarchie europee, come la Spagna, furono vincolate dai prestiti dei suoi banchieri e la sua moneta, il genovino, divenne una delle più importanti al mondo.

La repubblica comunque risultava indipendente solo de iure, perché di fatto si trovava spesso sotto l'influenza delle principali potenze vicine, prima i francesi e gli spagnoli, poi gli austriaci ed i Savoia; questa situazione si aggiunse agli atavici quanto debilitanti scontri tra famiglie. Per ironia della sorte, poi, fu proprio un genovese, Cristoforo Colombo, che scoprendo l'America, inficiò i commerci mediterranei di Genova. La repubblica infine venne sottomessa dall'ondata napoleonica nel 1805 e durante il congresso di Vienna (1815) venne decisa l'annessione dei suoi territori al Regno di Sardegna, che ne affossò definitivamente l'economia e provocò l'emigrazione delle migliori maestranze e di gran parte della popolazione rurale verso le Americhe, nonostante i tentativi dei governanti sabaudi.



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