Settembre, arriva il tempo della vendemmia, arriva il tempo della bagna càuda.
La bagna càuda, in piemontese, letteralmente salsa calda, è un tipico piatto della cucina piemontese, originario in particolare dell'Astigiano, delle Langhe, del Roero, del Monferrato, delle province di Cuneo, Torino, Alessandria e Asti.
È un piatto a base di aglio, olio extravergine d'oliva ed acciughe dissalate. Volendo si possono aggiungere agli ingredienti anche burro, panna da cucina, latte e noci tritate. Per tradizione è un piatto tipico del periodo della vendemmia: una delle leggende sulla sua nascita vuole proprio che venisse preparato per togliere ai vendemmiatori il dolce odore, spesso quasi nauseante, dell'uva pigiata.
La bagna càuda si consuma intingendovi vari tipi di verdure di stagione (specialmente cardi, cipolle cotte al forno, peperoni crudi o cotti, foglie di cavolo crude, topinambur, barbabietole, patate cotte a vapore e tante altre).
Un tempo si usavano solo cardi gobbi, tipici di Nizza Monferrato, i topinambur (o rapa tedesca) ed i peperoni conservati nella raspa (ciò che rimaneva del procedimento di vinificazione del grappolo d'uva) e la bagna càuda veniva consumata in maniera conviviale attingendo da un solo contenitore (pèila), posto al centro del tavolo.
Oggi sono diventati tradizionali appositi contenitori in terracotta (fojòt) costituiti da una ciotola a cui è sottoposto un fornellino per mantenere calda la salsa. La bagna càuda può essere accompagnata da un vino rosso corposo (se vogliamo rimanere nel tipico ambiente langarolo, possiamo usare il Barbera, il Nebbiolo, il Barbaresco, o il Dolcetto, quest'ultimo particolarmente utilizzato nei pasti quotidiani dell'Albese).
I fortunati che visitano il Piemonte in questo periodo non possono mancare di degustare questa prelibatezza italiana.
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