L'Italia ha una grande ricchezza di maschere regionali di Carnevale, di origine diversa: sono nate dal teatro dei burattini, dalla Commedia dell'arte, da tradizioni arcaiche, oppure sono state ideate appositamente come simboli dei festeggiamenti carnevaleschi di varie città.
È generalmente accettato che le maschere, il rumore, il colore e il clamore avessero avuto in origine lo scopo di scacciare le forze delle tenebre e l'inverno, e di aprire la strada per l'arrivo della primavera.
Abruzzo
La maschera ufficiale della regione è Frappiglia, che riuscì ad ingannare persino il diavolo, ma che ancora porta i segni del suo viaggio all'inferno. Si deve ricordare anche Patanello, di Francavilla al mare, e il Pulcinella abruzzese.
Basilicata
La Basilicata ha maschere legate alla tradizione arcaiche e contadine, a volte legate al personaggio dell'uomo selvatico. Le zoomorfe maschere del Toro e della Mucca compaiono durante il Carnevale di Tricarico. Tipici del Carnevale di Satriano sono i particolarissimi Rumit, sorta di alberi semoventi che provengono dai boschi ed invadono il paese, l'Urs e la Quaresima. I Campanacci caratterizzano invece il carnevale di San Mauro Forte e il carnevale di Montescaglioso. In quest'ultimo centro tra le tante maschere si ricordano anche la quaremma, il cucibocca, u' zembr, u' fus’ (o "la parca") e ’u zit’ e ’a zita.
Calabria
La maschera calabrese è Giangurgolo, che da una parte mette in ridicolo le persone che imitavano i cavalieri siciliani "spagnoleggianti", ma che ha anche tratti diversi, legati ad una leggenda catanzarese. In essa lotta coraggiosamente contro l'occupazione spagnola e viaggia con un carrozzone da teatro col quale, insieme ad alcuni suoi amici, propone spettacoli satirici incitando il popolo alla rivolta. È una maschera della Commedia dell'arte.
Campania
la maschera napoletana di Pulcinella è simbolo ovunque del carnevale italiano. Impersona il carattere napoletano in tutti i suoi aspetti, positivi e negativi. Sono campane però anche le maschere di Tartaglia e di Scaramuccia. Queste tre maschere sono personaggi della Commedia dell'arte. Tipici del carnevale di Teora sono gli squacqualacchiun.
Emilia Romagna
Celebre maschera bolognese è il Dottor Balanzone, professore sapientone e presuntuoso, proveniente dalla Commedia dell'arte; sono del capoluogo regionale anche maschere originarie del teatro dei burattini: Fagiolino, sua moglie Brisabella, il suo amico Sganapino e Flemma. Di Modena è invece Sandrone, sua moglie Pulonia e suo figlio Sgorghìguelo, di Parma lo Dsevodd, di Cento è Tasi, di Castelnuovo il Cstlein, di San Giovanni in Persiceto sono Bertoldo, capace di rispondere solo per le rime e di salvarsi dagli impicci con imbrogli e buffonate, suo figlio Bertoldino e sua moglie la Marcolfa.
Friuli Venezia Giulia
Tipici della regione sono i carnevali alpini, con le maschere dei Blumari (a Pulfero), i Maschkar e gli Jutalan (a Timau), te lipe bile maškire (“belle maschere”, a Resia); di Sauris sono i demoniaci babaci o kukaci, le Scheintena schembln e le Scheana schembln. Diffusa in tutto il Friuli è la figura del pust. Passando alla zona giuliana si ricorda la maschera tipica di Monfalcone: il Sior Anzoleto Postier.
Lazio
Maschera romanesca nota in tutta Italia è Rugantino, che ha avuto varie evoluzioni e che impersona il romano tipico; originariamente era un burattino. Ha ispirato una notissima commedia musicale; a lui si affiancano Nina e Meo Patacca, originari del teatro popolare. Tutte e tre le maschere, ma anche il napoletano Pulcinella e il generale Mannaggia La Rocca sono maschere tipiche del carnevale di Roma, un tempo evento irrinunciabile del Grand Tour che i giovani viaggiatori europei effettuavano in Italia.
Liguria
In genere si riferisce alla Liguria la maschera di Capitan Spaventa, della Commedia dell'arte, ma sono tipiche anche le maschere genovesi di Baciccia della Radiccia e del suo fidato amico Barudda, nati come burattini. Altre importanti maschere cittadine sono Cicciulin (di Savona), Becciancin (di Loano) e Nuvarin (di Cairo Montenotte).
Lombardia
Meneghino, accompagnato da sua moglie Cecca di Berlinghitt; Beltrame è un'altra maschera milanese, di origine più antica. La Lombardia è patria del celeberrimo Arlecchino, simbolo, insieme al napoletano Pulcinella, del carnevale italiano; come Brighella, è una maschera proveniente dalla Commedia dell'arte ed originario di Bergamo. Si devono citare anche i bej (belli), i brüt (brutti) e il Sapor (un uomo selvatico) di Schignano, Gioppino, di Bergamo, il Gagèt col sò uchèt, di Crema, Tarlisu, dal 1983 maschera di Busto Arsizio, e (dal 1956) Pin Girometta, di Varese. Tipico del carnevale di Castel Goffredo dal 1872 è Re Gnocco, mentre i balarì e i maschèr caratterizzano il carnevale di Bagolino.
Marche
Una regione come le Marche, in cui ogni sia pur piccolo centro ha carattere indipendente di città, ha maschere tipiche a seconda della zona. Mosciolino, simbolo del carnevale anconitano, ha affiancato le maschere tradizionali di Papagnoco, contadino fustigatore dei liberi costumi cittadini, e di Burlandoto (originariamente dei burattini). Il Rabachen ("baccano") e la sua compagna Cagnera ("lite") sono le maschere del carnevale di Pesaro; il guazzaró è invece la maschera che si indossa durante il carnevale di Offida, derivata dall'abito da lavoro che i contadini usavano per svinare e pulire le botti. Maschera del Carnevale di Ascoli Piceno è lu sfrigne, pezzente che si ripara con un ombrello da cui pendono aringhe.
Molise
Il Molise è una regione in cui le maschere tradizionali sono legate ad un folclore arcaico: i tre folletti (detti anche Monaci, in quanto travestiti da frati) che tengono in catene il Diavolo di Tufara e di Toro; l'Uomo-cervo, la Donna-cervo e Martino di Castelnuovo al Volturno; l'Uomo-orso di Jelsi. Queste ultime maschere sono collegate alla figura dell'Uomo selvatico. Non ultimo per importanza, tra le maschere regionali figura Larinella, simbolo del Carnevale di Larino
Piemonte
È piemontese una delle più celebri maschere italiane: Gianduia, sempre accompagnato da sua moglie Giacometta; entrambi originariamente erano dei burattini. Maschere piemontesi sono anche gli sposi Stevulin 'dla Plisera e Majutin del Pampardù, del carnevale di Santhià, e Gagliardo Aulari, personaggio storico medievale divenuto la maschera carnevalesca di Alessandria. Nelle Alpi piemontesi sono diffuse le maschere tipiche dei carnevali alpini: orsi, lupi ed uomini selvatici.
Puglia
Tra le più note maschere carnevalesche pugliesi c'è Farinella, del Carnevale di Putignano, un giullare con un abito a riquadri multicolori. Nel Salento c'è ricchezza di maschere: lu Pagghiuse e Gibergallo di Massafra; u Titoru di Gallipoli, ù panzòne, la vecchiaredd e ù scerìff di Corato, lu Sciacuddhuzzi di Aradeo, lu Casaranazzu di Casarano. Si ricorda anche Ze' Peppe del Carnevale di Manfredonia. A Foggia le maschere di carnevale tipiche sono sette: 'u Moneche cercande, 'a Pacchianèlle, Menille, Ursitte stagnarille, Sciammi sciamme, Zechille, Peppuzze.
Sardegna
La Sardegna è ricchissima patria di numerose maschere dai tratti arcaici e la cui tradizione è sempre viva. Queste maschere infatti descrivono riti sacri richiamanti i temi più importanti per una civiltà arcaica e per molti tratti preistorica tra cui possiamo ricordare: la fertilità, la vita, la morte, il demonio, la lotta tra animali, l'addomesticamento degli animali(simbolo di come attraverso la forza, l'uomo domina su un altro uomo). Si possono contare più di 35 maschere tradizionali, che le consegnano il primato nel territorio nazionale e tra le più note ci sono i suggestivi Mamuthones e gli Issohadores del carnevale di Mamoiada e gli affascinanti Boes e Merdules, che con l'enigmatica sa Filonzana sono le maschere del carnevale di Ottana.
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