Oggi in moltissimi comuni d'Italia si festeggia sant'Antonio Abate.
Il santo, detto anche sant'Antonio il Grande, sant'Antonio d'Egitto, sant'Antonio del Fuoco, sant'Antonio del Deserto, sant'Antonio l'Anacoreta (Qumans, 251 circa – deserto della Tebaide, 17 gennaio 357), fu un eremita egiziano, considerato il fondatore del monachesimo cristiano e il primo degli abati.
A lui si deve la costituzione in forma permanente di famiglie di monaci che sotto la guida di un padre spirituale, abbà, si consacrarono al servizio di Dio. La sua vita è stata tramandata dal suo discepolo Atanasio di Alessandria. È ricordato nel Calendario dei santi della Chiesa cattolica e da quello luterano il 17 gennaio, ma la Chiesa copta lo festeggia il 31 gennaio che corrisponde, nel loro calendario, al 22 del mese di Tuba.
Sant'Antonio fu presto invocato in Occidente come patrono dei macellai e salumai, dei contadini e degli allevatori e come protettore degli animali domestici; fu reputato essere potente taumaturgo capace di guarire malattie terribili.
Inoltre tutti coloro che hanno a che fare con il fuoco vengono posti sotto la protezione di sant'Antonio, in onore del racconto che vedeva il Santo addirittura recarsi all'inferno per contendere al demonio le anime dei peccatori.
E' impossibile citare tutte le cerimonie e le feste che si svolgono in Italia in onore di sant'Antonio.
Ricordiamo, una per tutte, la festa che si svolge in provincia di Viterbo, a Bagnaia, una frazione del capoluogo laziale. Qui viene accesa un'enorme catasta di legna, alta oltre 8 metri per circa 30 metri di circonferenza, che brucia per tutta la notte compresa tra il 16 gennaio ed il 17 gennaio.
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