Nel IX secolo a.C. nelle aree caratterizzate dalla civiltà villanoviana si registra la marcata tendenza delle popolazioni ad abbandonare gli altopiani, sui quali si erano stanziate nel periodo protovillanoviano (XII secolo-X secolo a.C.), per spostarsi su pianori e colline sui quali sorgeranno le principali città etrusche, dando vita a centri di maggiori dimensioni.
Tale radicale cambiamento risponde ad esigenze prettamente economiche legate al più razionale sfruttamento delle risorse agricole e minerarie ed alla scelta di collocarsi in prossimità di vie di comunicazione naturali e di approdi fluviali, lacustri e marittimi per ragioni di natura commerciale.
Dagli scavi effettuati il territorio appare diviso in vasti comprensori articolati in gruppi di villaggi ravvicinati tra di loro, ma con necropoli distinte.
Per la ricostruzione delle abitazioni, realizzate con materiali deperibili (legno ed argilla), ci si può avvalere di un numero piuttosto limitato di rinvenimenti di superficie (come fondamenta, fori per i pali di sostegno e canalette di fondazione) e dei modellini rappresentati dalle urne conformate a capanna. Le capanne avevano pianta ellittica, circolare, rettangolare, o quadrata di dimensioni molto varie a prescindere dalla forma. Le abitazioni erano di solito sostenute da pali inseriti all'interno del perimetro per il sostegno del tetto ed all'esterno per le pareti. Vi erano però anche abitazioni molto incassate nel terreno e il cui tetto poggiava su un argine di terra e sassi. Alcune capanne mostrano anche una ripartizione interna. Il focolare di solito era collocato al centro. Il tetto poteva essere a quattro falde o a doppio spiovente. Le abitazioni, inoltre, avevano una porta sul lato più corto, abbaini sul tetto per l'uscita del fumo e talvolta anche finestre.
Per quanto riguarda l'organizzazione interna dei villaggi, si è osservato che le capanne sono distanziate le une dalle altre da spazi vuoti in misura variabile, probabilmente utilizzati per le attività agricole. Si è poi ipotizzato che le capanne quadrangolari avessero funzione abitativa, mentre quelle di forma rettangolare od ovale venissero utilizzate come stalle e magazzini. Peraltro l'impossibilità di accertare la contemporaneità dell'uso delle varie strutture non consente di confermare o smentire l'ipotesi. Si può semmai affermare che le strutture che non presentano il focolare potrebbero essere interpretate come aventi funzione diversa da quella abitativa.
Gli scavi non hanno portato alla luce segni che consentano di individuare fortificazioni. Infine, le necropoli sono state rinvenute in aree limitrofe a quelle dei singoli villaggi.
A partire dagli inizi dell'VIII secolo a.C. si colgono gradualmente i segni di una differenziazione sociale che porteranno alla nascita delle aristocrazie. Si rinvengono deposizioni, sia ad incinerazione che ad inumazione (rito, quest'ultimo, che, specialmente nell'Etruria meridionale, va sempre più affermandosi accanto a quello crematorio), che si distinguono per la ricchezza dei corredi maschili e femminili. Alcune deposizioni si segnalano, infatti, per l'aumento degli ornamenti personali e per la qualità e/o per le cospicue quantità di vasellame fittile e bronzeo.
Gli oggetti in argomento inoltre comprovano scambi tra comunità villanoviane ed anche tra villanoviani e comunità di diversa cultura. Oltre ad oggetti di provenienza laziale, daunia, enotria e sarda si distinguono attestazioni greche ed orientali (Siria, Fenicia, Egitto). I corredi delle tombe ad inumazione, di solito, sono più cospicui di quelli delle deposizioni ad incinerazione. Aumentano in misura rilevante le urne conformate a capanna. 4. CONTINUA
Dettaglio del complesso Sacro Termale Etrusco di Sasso Pisano |
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