mercoledì 2 ottobre 2013

Campo Imperatore

L'altopiano è famoso nella storia d'Italia per essere stato l'ultima prigione di Benito Mussolini nel 1943 prima di essere liberato dai tedeschi nell'Operazione Quercia durante la seconda guerra mondiale; la sua camera nell'Hotel Campo Imperatore, con gli arredi originali perfettamente conservati, è oggi un museo a pagamento ed è visitato da meta di curiosi e nostalgici. Lo stesso albergo è ancora oggi perfettamente funzionante e nei pressi è la piccola chiesa della Madonna della Neve. Campo Imperatore è stato inoltre, con la vicina Campo Felice, uno dei luoghi montani d'Abruzzo preferiti da papa Giovanni Paolo II che era solito frequentare la zona d'estate in cerca di solitudine e meditazione; per questo una cima del Gran Sasso, la cima Giovanni Paolo II, è stata a lui intitolata.

Campo Imperatore è meta di astrofili e appassionati di astronomia per via della quota altimetrica e della lontananza da sorgenti di inquinamento luminoso e dell'aria che rendono il luogo ideale per l'osservazione astronomica. Dispone di un Osservatorio astronomico costruito tra il 1948 e il 1955 equipaggiato con un telescopio di oltre un metro di diametro e gestito dalla sezione romana dell'Istituto Nazionale di Astrofisica in collaborazione con l'Osservatorio astronomico di Collurania e con l'Università degli studi dell'Aquila. A partire dal 2001 l'Osservatorio è stato sede del programma internazionale CINEOS che ha portato alla scoperta di 61000 asteroidi e 1500 nuovi oggetti, tra cui 6 near-Earth object e un planetoide. Da oltre vent'anni, inoltre, Fonte Vetica è sede di diversi campi astronomici organizzati regolarmente da associazioni di astrofili provenienti da tutta Italia. Molto famoso è il Campo Astronomico patrocinato dal Gruppo Astrofili Pescaresi "RA" (GASPRA), la cui prima edizione si è tenuta nel 1988.

A ridosso dell'osservatorio è il giardino botanico alpino Vincenzo Rivera realizzato per iniziativa dell'omonimo fondatore ed ex-rettore dell'Università degli studi dell'Aquila su un'area di circa 3500 mq; il giardino, con annesso museo, è gestito dal dipartimento di Scienze Ambientali dello stesso ateneo abruzzese in collaborazione con il Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga.



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