Oggi conosciamo il Consorzio di Tutela della Fontina della Valle d'Aosta.
Il nome Fontina pare origini da un alpeggio di produzione chiamato Fontin; altre versioni lo collegano al villaggio di Fontinaz. Ma il nome potrebbe derivare dal termine francese antico “fontis” o “fondis” a indicare la particolare capacità della pasta di questo formaggio di fondersi col calore.
Pare che la prima citazione della Fontina risalga al 1477 nella Summa Lacticinorum del medico vercellese Pantaleone di Confienza, mentre la prima classificazione è del 1887 con “Le Fontine di Val d’Aosta” nell’annuario della Stazione Sperimentale del caseificio di Lodi. La seconda classificazione avviene negli anni 30 e 40 dal Ministero dell’Agricoltura e Foreste, tramite la Stazione Sperimentale Alpina di Salice d’Ulzio e l’Istituto zootecnico-caseario di Torino, ancora prima del D.P.R. del 1955 che ne riconosceva la Denominazione di Origine Controllata. Ma è nel 1957 che Giulio Angelo Negri, nel “Il casaro valdostano”, da una prima sistemazione organica della ricerca sino ad allora svolta.
Negli anni 60 l’agricoltura italiana e il settore zootecnico-caseario avviene una rivoluzione. L’industria lattiero casearia si impone con le nuove tecniche di lavorazione e di commercializzazione e vengono eliminate le razze locali. Le produzioni locali però non solo vengono salvate ma si sviluppano sempre di più attraverso una assidua ricerca della qualità e ai marchi di riconoscimento di tipicità.
Costituito nel 1957, il Consorzio Produttori e Tutela della DOP, vigila sulla produzione e sul commercio del Fontina, provvede alla marchiatura in conformità al disciplinare di produzione. Nel primo anno di attività il Consorzio marchiò 75.000 forme e dieci anni dopo 150.000, per raddoppiare ancora alla fine degli anni ‘80. Nel 1995, la Commissione dell’Unione Europea annovera assieme ad altri 6 formaggi italiani la Denominazione di Origine Protetta ‘Fontina’.
Per saperne di più: http://www.fontina-dop.it/fontina.html
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