lunedì 22 agosto 2016

Meeting di Rimini - 3° giornata

Luca Doninelli

Ieri abbiamo seguito l'incontro principale del Meeting, quello che dà il titolo alla manifestazione: Tu sei un bene per me con lo scrittore Luca Doninelli .

Doninelli propone tre osservazioni. Il dato culturalmente più impressionante è l’incapacità dell’Europa e dell’Occidente in generale di far fronte con un giudizio lucido alle tragedie che la stanno attraversando: “Anche tra noi dobbiamo aiutarci a scoprire uno sguardo sull’uomo”. L’Occidente è al collasso eppure il nostro sguardo è asfittico: “Ci chiediamo cosa ne sarà di noi, dei nostri progetti, del nostro shopping”. C’è l’idea di creare un contesto perfetto scavalcando l’uomo: “L’uomo inteso come singola persona conta sempre meno”.

Come cambiare questa spirale? Con un incontro personale. “Recentemente è mancata la madre a un mio amico. Era molto colpito perché lei si chiedeva: ‘Quando mi troverò davanti al Signore cosa gli dirò?’. Era evidente che per lei l’incontro con Dio era un incontro personale”. Un incontro che si gioca nella libertà.

Il relatore esemplifica, invece, i modi di dire ‘tu’ dettati dal potere dove funzionano il ricatto e la riduzione. Dove l’esistenza dell’altro, persona o oggetto che sia, “sembra manifestarsi come un’opposizione, qualcosa di cui sono costretto mio malgrado a tener conto”.

Invece: “L’altro è un regalo che non ho scelto io, la realtà obbedisce a un progetto non fatto da me. Come il marciapiede che non obbedisce alla sedia a rotelle che devo spingere, devo accogliere io per primo il suo dislivello. Ma questa accoglienza dell’altro che ci mobilita controvoglia ci riempie invece di stupore quando qualcuno ci accoglie così, abbracciandoci come siamo. Tu sei un bene per me è la traduzione di un abbraccio”.

Tutto è per me non secondo la logica dell’interesse, ma nel senso che niente mi appartiene. Lo scrittore ricorda un caro amico: “Insieme ad altri gli abbiamo fatto compagnia durante la sua permanenza all’hospice dove è morto. Le parole che dicevamo, che leggevamo, apparivano in tutta la loro verità ma non potevano rispondere al grido di quegli occhi perché la verità esige sempre un salto e lui si trovava davanti al salto più grande che ci sia e toccava a lui. La risposta era nell’incontro con qualcuno che non eravamo noi. Io non sono la risposta alle tue domande, tu non lo sei alle mie. Non posso esercitare un potere su di te, né tu su me”.

La realtà assume il volto del nemico. “Chi è il nemico? Colui che può anche volermi morto senza che io sappia il perché. La realtà che si ostina a essere incompatibile con le mie idee. Chi mi boccia un libro senza nemmeno averlo letto. Amate i vostri nemici significa: amate la vostra vita anche al cospetto di chi ve la vuole togliere, amate ciò che in loro è vita, ciò che di più bello avete ricevuto difendendolo da quella parte di voi che non lo comprende in una posizione di inimicizia che è anzitutto nostra”.

La risposta culturale che cambierà il nostro modo di vivere deve recuperare un’idea: “che un uomo vale per il fatto di essere uomo. Abbiamo impiegato millenni per costruire una forma di vita buona e buona per tutti. Potranno portarcela via ma perché questo accada dovremo averla ancora con noi non averla già buttata via”. La faccia del nostro mondo è destinata a cambiare profondamente ma “a chiunque venga al nostro posto dovremo poter dire: chi ci ha preceduto ha lavorato secoli per dirci che la vita è un dono. Anche se adesso mi uccidi non lo dimenticare, tutto è gratis, ognuno di noi è un dono, per questo tu sei un bene per me. Spero che anche tu un giorno possa ripeterlo e se non tu almeno i tuoi figli o i figli dei tuoi figli”.

Per seguire il Meeting: http://www.meetingrimini.org/

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