Tra le moltissime manifestazioni che si tengono oggi in Italia, vogliamo ricordare quella organizzata dall'associazione Vie d'Arte di Palermo: una passeggiata "alla scoperta delle storie delle donne palermitane e non solo".
La passeggiata vuole rendere omaggio alle figure femminili che in modi diversi hanno contribuito a scrivere la storia di Palermo.
Artiste, sante, monache, nobildonne, avvelenatrici, borghesi o semplicemente popolane sono state nei secoli protagoniste dirette e indirette delle vicende cittadine. Ricorderemo artiste dimenticate, pittrici, attrici e poetesse come Anna Turrisi Colonna e Rosalia Novelli; nobildonne come Eufrosina Corbera, Bianca di Navarra, Laura Lanza, la regina Costanza; popolane e donne della borghesia come Franca Florio; monache come quelle della Martorana, di Santa Teresa, di Santa Caterina e le cappuccinelle. Saranno i luoghi che ci guideranno alla ricerca delle loro storie. Il percorso inizierà dalla poco nota chiesa normanna di Santa Cristina la Vetere, una delle quattro sante copatrone di Palermo. Un percorso ricco di emozionanti storie, intrighi e non solo.
Luoghi: chiesa di Santa Cristina la Vetere, Quattro Canti, chiesa di San G. dei Teatini, Fontana Pretoria, Teatro Bellini, San Matteo, San Domenico, Porta Felice.
Domenica 8 marzo ore: 10:00
Appuntamento: chiesa di Santa Cristina la Vetere, Cortile dei Pellegrini 6 ( trav. via Matteo Bonello).
La Giornata internazionale della donna (comunemente definita Festa della donna) ricorre l'8 marzo di ogni anno per ricordare sia le conquiste sociali, politiche ed economiche delle donne, sia le discriminazioni e le violenze cui sono ancora oggetto in molte parti del mondo. Questa celebrazione si è tenuta per la prima volta negli Stati Uniti nel 1909, in alcuni paesi europei nel 1911 e in Italia nel 1922, dove si svolge ancora oggi.
In Italia, Nel settembre del 1944, si creò a Roma l'UDI, Unione Donne in Italia, per iniziativa di donne appartenenti al PCI, al PSI, al Partito d'Azione, alla Sinistra Cristiana e alla Democrazia del Lavoro e fu l'UDI a prendere l’iniziativa di celebrare, l’8 marzo 1945, la prima giornata della donna nelle zone dell’Italia libera, mentre a Londra veniva approvata e inviata all'ONU una Carta della donna contenente richieste di parità di diritti e di lavoro. Con la fine della guerra, l'8 marzo 1946 fu celebrato in tutta l'Italia e vide la prima comparsa del suo simbolo, la mimosa, che fiorisce proprio nei primi giorni di marzo, secondo un'idea di Teresa Noce, di Rita Montagnana e di Teresa Mattei.
Nei primi anni cinquanta, anni di guerra fredda e del ministero Scelba, distribuire in quel giorno la mimosa o diffondere Noi donne, il mensile dell'Unione Donne Italiane (UDI), divenne un gesto «atto a turbare l'ordine pubblico», mentre tenere un banchetto per strada diveniva «occupazione abusiva di suolo pubblico». Nel 1959 le senatrici Luisa Balboni, comunista, Giuseppina Palumbo e Giuliana Nenni, socialiste, presentarono una proposta di legge per rendere la giornata della donna una festa nazionale, ma l'iniziativa cadde nel vuoto.
Il clima politico migliorò nel decennio successivo, ma la ricorrenza continuò a non ottenere udienza nell'opinione pubblica finché, con gli anni settanta, in Italia apparve un fenomeno nuovo: il movimento femminista.
Con la risoluzione 3010 (XXVII) del 18 dicembre 1972, ricordando i 25 anni trascorsi dalla prima sessione della Commissione sulla condizione delle Donne (svolta a Lake Success, nella Contea di Nassau, tra il 10 ed il 24 febbraio 1947), l'ONU proclamò il 1975 "Anno Internazionale delle Donne". Questo venne seguito, il 15 dicembre 1975, dalla proclamazione del "Decennio delle Nazioni Unite per le donne: equità, sviluppo e pace" ("United Nations Decade for Women: Equality, Development and Peace", 1976-1985), tramite la risoluzione 3520 (XXX). Il 16 dicembre 1977, con la risoluzione 32/142 l'Assemblea generale delle Nazioni Unite propose ad ogni paese, nel rispetto delle tradizioni storiche e dei costumi locali, di dichiarare un giorno all'anno "Giornata delle Nazioni Unite per i diritti delle Donne e per la pace internazionale" ("United Nations Day for Women's Rights and International Peace") e di comunicare la decisione presa al Segretario generale. Adottando questa risoluzione, l'Assemblea riconobbe il ruolo della donna negli sforzi di pace e riconobbe l'urgenza di porre fine a ogni discriminazione e di aumentare gli appoggi a una piena e paritaria partecipazione delle donne alla vita civile e sociale del loro paese.
L'8 marzo, che già veniva festeggiato in diversi paesi, divenne la data ufficiale di molte nazioni.
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