La Rocca d'Olgisio è un imponente complesso fortificato posto su di una rupe scoscesa a cavallo tra la val Tidone e la val Chiarone nel comune di Pianello Val Tidone, in provincia di Piacenza. È situato su un ripido crinale a 564 m s.l.m. di altezza che, pur non essendo in sé una gran altitudine, in questa zona appenninica di non elevati rilievi permette una vista panoramica sulla pianura Padana e le valli circostanti.
La tradizione vuole che il castello appartenesse all'inizio del V secolo a un nobile di nome Giovannato. Le prime notizie certe che ci sono pervenute risalgono al 1037 quando Giovanni (canonico nella cattedrale di Piacenza) cedette la proprietà ai monaci di San Savino, che la mantennero fino al 1296. Per un centinaio d'anni, periodo storicamente turbolento, si succedettero vari proprietari fino al 1378 quando Galeazzo Visconti assegnò la rocca e il feudo a Jacopo Dal Verme, famoso capitano di ventura di origine veronese. I Dal Verme la mantennero, con vari periodi di interruzione, fino all'estinzione della famiglia nel XIX secolo. Con vari passaggi di mano, durante i quali venne completamente depredata degli arredi, arrivò nel 1979 alla famiglia Bengalli che ha provveduto alla ristrutturazione e al ripristino dell'antico splendore.
Durante la Seconda guerra mondiale fu sede del comando della II divisione partigiana di Piacenza e per questo motivo venne fatta oggetto di tiri di artiglieria e attacchi da parte delle truppe tedesche presenti nella zona.
Tre cinte murarie, di cui l'ultima costruita nell'Ottocento, circondano il complesso di fabbricati di epoche diverse a cui si accede attraverso due ingressi. Sullo stipite del portone che permette l'ingresso dalla terza cinta muraria nel cortile è scolpito il motto Arx impavida (fortezza impavida ovvero fortezza che nulla teme), questo accesso era dotato fino all'inizio dell'Ottocento di ponte levatoio e protetto da un'inferriata a saracinesca. All'interno del cortile è situato il pozzo, profondo una cinquantina di metri su cui insistono leggende di passaggi segreti e vie di fuga dal castello. Nel complesso, che è molto articolato, possiamo vedere: l'oratorio, la torre della campana, il mastio con saloni affrescati e un loggiato di vedetta cinquecentesco.
All'esterno, poco oltre le cinte di mura, vi sono alcune grotte che ospitavano una necropoli preistorica, sono legate ad avvenimenti leggendari e sacri: la grotta delle sante (Faustina e Liberata), dei coscritti e del cipresso.
La rocca fa parte del circuito dei Castelli del ducato di Parma e Piacenza ed è visitabile da aprile a ottobre nei giorni festivi, in altre date è aperta per visite guidate su prenotazione. Il castello è raggiungibile in auto da nord, attraverso una strada asfaltata, o da sud, a piedi, dalla frazione Chiarone, (sentiero 209, dislivello 250m) passando da boschi e calanchi. Tra la flora nativa si trovano i fichi d'india nani (Opuntia compressa).
La Rocca d'Olgisio |
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