Oggi conosciamo il Consorzio del Vino Chianti Classico.
Il primo consorzio fra produttori vitivinicoli d’Italia viene istituito il 14 maggio 1924, quando un gruppo di 33 produttori si riunisce a Radda in Chianti per dar vita al Consorzio per la difesa del vino Chianti e della sua marca d’origine.
Il famoso vino prodotto in Chianti viene infatti imitato in altre parti della Toscana, rendendo necessaria la creazione di un organismo che tuteli dai plagi e promuova lo sviluppo del territorio vinicolo già delimitato nel lontano 1716 con un editto del granduca di Toscana Cosimo III. Da subito, gli associati scelgono come immagine il Gallo Nero, storico simbolo dell’antica Lega Militare del Chianti, e a fine settembre i soci iscritti sono già 189.
Dal 1924 al 1967, il Consorzio deve sostenere lunghe e difficili battaglie legali per ottenere il riconoscimento esclusivo, secondo il quale i vini provenienti dal territorio del Chianti sono distinti dagli altri vini prodotti un po’ in tutta la Toscana. Un primo importante passo si compie con il decreto ministeriale del 1932, che individua sette distinte zone di produzione del vino Chianti: a quello prodotto nei confini geografici del Chianti viene riconosciuta la territorialità, l’origine e la primogenitura ben prima dell’introduzione del sistema delle denominazioni, concedendo l’associazione alla parole “Chianti” dell’aggettivo “Classico” per potersi distinguere dagli altri. Da quel momento in poi, quindi, “Classico” significa “il primo”, “l’originale”. Nel 1967 entra in vigore il decreto che riconosce un’unica Denominazione di Origine Controllata (D.O.C.) del Chianti, all’interno della quale il “Classico” viene disciplinato come un vino dalle caratteristiche più selettive.
Nel 1984, il Chianti – e di conseguenza la zona di origine più antica il Chianti Classico – ottiene la D.O.C.G. (Denominazione d’Origine Controllata e Garantita), il riconoscimento più alto per i vini italiani di qualità. Tre anni dopo, nel 1987, in prospettiva dell’ormai imminente legge che avrebbe imposto ai consorzi di tutela l’obbligo di cessione del marchio a tutti gli utilizzatori della denominazione, il Consorzio suddivide la sua attività in due organismi: il Consorzio Vino Chianti Classico, che cura tutte le attività di tutela e vigilanza, e il Consorzio del Gallo Nero (poi Consorzio del Marchio Storico – Chianti Classico), dedito invece alla promozione e alla valorizzazione dei vini contraddistinti dal marchio del Gallo Nero. A conclusione di un iter legale durato 70 anni, con il decreto ministeriale del 5 agosto 1996 il Chianti Classico diviene finalmente una D.O.C.G. autonoma, con un disciplinare di produzione distinto da quello del vino Chianti.
Da allora, Chianti e Chianti Classico sono due diverse denominazioni, con differenti disciplinari e zone di produzione.
L’inizio del nuovo millennio vede compiersi alcuni passi determinanti nella definizione dell’attuale “sistema Chianti Classico”. Nel giugno del 2005, il Consorzio del Marchio Storico – Chianti Classico viene incorporato al Consorzio Vino Chianti Classico. A seguito della fusione, il marchio del Gallo Nero viene inserito all’interno del contrassegno di Stato e quindi applicato obbligatoriamente su tutte le bottiglie di vino Chianti Classico. Il Gallo Nero torna così ad essere il simbolo univoco di tutto il Chianti Classico, assumendo un connotato fortemente identificativo del territorio e dell’intera filiera produttiva.
Dalla fine del 2007, infine, il consumatore è in grado di poter controllare tramite Internet la genesi e la storia di una bottiglia di vino attraverso il numero identificativo riportato sul contrassegno di stato (la fascetta rosa che contraddistingue i vini a D.O.C.G.)
Per scoprire tutto sul vino rosso più conosciuto al mondo: http://www.chianticlassico.com/
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