Arturo Benedetti Michelangeli (Brescia, 5 gennaio 1920 – Lugano, 12 giugno 1995) è stato un pianista italiano.
È uno dei più grandi interpreti del pianoforte del XX secolo, al pari di altri celebrati pianisti quali Richter e Horowitz. Per via dell'unicità del suo tocco, delle iridescenze timbriche e della sua raffinatezza interpretativa, è da molti considerato il più importante pianista italiano accanto a Ferruccio Busoni.
La perfezione della sua arte è riconosciuta da ogni critico e appassionato di musica. La ricerca del suono è portata a livelli estremi, la compostezza e l'armonia delle sue esecuzioni sono proverbiali. Le registrazioni di Benedetti Michelangeli sono pressoché unanimemente ritenute di eccezionale livello, tanto da essere considerate un punto di riferimento, si tratti delle opere di Debussy, Scarlatti, Chopin, Ravel, Schumann o Beethoven, o delle Variazioni su un tema di Paganini di Brahms. Gli furono a volte contestate una certa ritrosia nel concedersi al pubblico (i suoi recital si sono fatti sempre più rari col passare degli anni) e la limitatezza del repertorio; questo perché ridotto fu il repertorio che eseguì e registrò per il pubblico, ma sappiamo attraverso diversi suoi allievi o conoscenti che egli dominava gran parte del repertorio pianistico.
Le sue scelte esecutive furono in effetti dettate dall'esigenza di approfondire la partitura, in modo da restituirla rispettandone gli elementi strutturali in modo scrupoloso, e di trovare un equilibrio espressivo unitario. Durante lo studio, Benedetti Michelangeli non eseguiva mai esercizi tecnici ripetitivi, al contrario rieseguiva una frase diverse volte in modo da trovare equilibrio nelle dinamiche, nella qualità del suono, nella pedalizzazione (magistrale in Debussy); questo lo portava ad un'intensa attività di ricerca che sarebbe riduttivo definire "eccesso di perfezionismo". Oltre alla discografia ufficiale, sono reperibili numerose registrazioni dal vivo, anche non autorizzate (e spesso di scadente qualità tecnica), a testimonianza di come ogni esecuzione del pianista fosse considerata un evento straordinario.
Grandi furono anche le sue doti di didatta: nel 1940 gli venne conferita una cattedra per "chiara fama" presso il Liceo Musicale di Bologna; in seguito insegnò anche ai conservatori di Venezia e Bolzano. Celebri furono i suoi corsi di perfezionamento pianistico, tenuti nel castello di Paschbach ad Appiano sulla strada del vino (Bolzano), ad Arezzo, a Moncalieri e a Castagnola (Lugano). Tra i suoi migliori allievi ricordiamo in particolare Ivan Moravec, Alberto Neuman, Lodovico Lessona, Vladimir Krpan, Ivan Drenikov e, per brevi periodi, Martha Argerich, Maurizio Pollini, Paolo Spagnolo, Jörg Demus, Adam Harasiewicz. A lui si deve anche la valorizzazione di alcune opere del compositore catalano Federico Mompou, dei cui lavori scongiurò la perdita. Ha inciso dischi con le migliori orchestre sinfoniche europee e mondiali; splendide rimarranno le sue interpretazioni concertistiche del Concerto per pianoforte e orchestra in La minore, Op. 54 di Robert Schumann, con Antonio Pedrotti alla direzione dell'orchestra del Teatro alla Scala di Milano e del Concerto per pianoforte e orchestra in La minore, Op. 16 di Edvard Grieg, diretto da Alceo Galliera sempre con l'orchestra scaligera. Sublimi le interpretazioni del Concerto in Sol di Ravel con Sergiu Celibidache e del Quinto concerto di Beethoven al fianco di Carlo Maria Giulini.
Fra le sue migliori incisioni discografiche vanno incluse la registrazione dal vivo (autorizzata) a Londra del Gaspard de la nuit di Ravel, della Sonata no. 2 in Si bemolle minore di Chopin, e del Carnaval e della Faschingschwank aus Wien di Robert Schumann. Il "Gaspard", così come l'esecuzione del Concerto in Sol maggiore di Ravel, hanno stabilito uno standard esecutivo per quelle opere e la sua interpretazione del Concerto per pianoforte n. 4 di Sergei Rachmaninoff, con la londinese Philharmonia Orchestra diretta da Ettore Gracis, è comparabile a quella dell'autore stesso. Famosa la sua serie delle opere di Debussy per la Deutsche Grammophon, considerata una pietra miliare dagli appassionati del compositore francese.