sabato 24 gennaio 2015

Il cibo nell’arte. Capolavori dei grandi maestri dal Seicento a Warhol a Brescia

Il piatto di pesche di Ambrogio Figino


Da Campi a Baschenis, Ceruti, Figino, da Magritte a De Chirico, passando per Manzoni e Fontana fino a Warhol. Sono solo alcuni dei maestri dell’arte che si potranno ammirare nell’esposizione “Il cibo nell’arte. Capolavori dei grandi maestri dal Seicento a Warhol” che si terrà a Brescia dal 24 gennaio al 14 giugno 2015.

In linea con il Tema di Expo Milano 2015 “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”, la mostra rivelerà attraverso un criterio iconografico e cronologico quanto i pittori, attivi tra il XVII secolo e il XIX, amassero dipingere i cibi e i piatti tipici delle loro terre di origine e sarà anche un’occasione per scoprire alimenti oggi scomparsi.

E poi c'è Brescia e il suo retroterra da visitare. La città di Brescia è anche soprannominata "Leonessa d'Italia" per i dieci giorni di resistenza agli austriaci durante il Risorgimento Italiano (dal 23 marzo al 1º aprile 1849).

Brescia e la sua provincia rappresentano una terra ricca di sapori dalla gastronomia particolarissima, giocata fra due poli: la cucina contadina dell'entroterra e delle valli e quella di pesce dei laghi d'lseo e Garda. 

I celebratissimi casoncelli bresciani, nella versione salata con ripieno di salsiccia e formaggio, o nella versione dolce con mandorle, uvetta e pere, la minestra mariconda, il risotto alla pitocca, le belle schidionate di quaglie e piccioni per polenta, i volatili domestici (pollo, gallina, cappone) con saporiti ripieni e la specialità del piccione farcito alla bresciana, la persicata, sono specialità della gastronomia del Medioevo e del Rinascimento tramandatisi quasi senza aggiornamenti e fatti propri, negli ultimi decenni dalla ristorazione anche agrituristica, a rappresentare gli aspetti più raffinati del gusto tradizionale, in abbinamento con i grandi vini D.O.C. della Franciacorta di Lugana, del Garda Classico, di San Martino della Battaglia di Cellatica, di Botticino e di Capriano del Colle.

L'anima popolare della cucina bresciana offre però le sue prove migliori nei piatti di polenta, tipicamente quella taragna (in Valsabbia detta Tiragna) e di riso e nei semplici cibi in cui si avverte ancora il profumo dell'aia e del camino. Dalla ormai dimenticata polenta e saracca a quella con le cotiche, da quella con il baccalà a quella con il sugo di maiale; e, ancora, polenta con gli uccellini, con i funghi, con le verdure, con il coniglio in sguazzetto. E poi il riso alla campagnola con le verdure, il risotto con gli spinaci selvatici, gli strangolapreti, i bigoli con le sardelle e la pastissada de caval di chiara origine veneta, le frittate rustiche di verdure o salumi. Per non dimenticare gli altri grandi protagonisti della gastronomia bresciana i salumi e i formaggi. Il più noto fra tutti è il Bagoss, dal gusto robusto, ma non piccante con cui si designa il più diffuso prodotto della zona.

Di seguito il link al sito con le informazioni per visitare la mostra:



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