La Grotta dei Cervi |
Porto Badisco è una nota località balneare situata nel territorio del comune di Otranto, in provincia di Lecce. Rinomata soprattutto per la tradizione culinaria dei ricci marini.
Meta turistica di notevole interesse storico-paesaggistico, si affaccia sul mar Adriatico e dista meno di 8 km da Otranto e 37 km da Lecce.
A Porto Badisco si trova la Grotta dei Cervi, ( https://youtu.be/dfcB1RTsqms ) che contiene importanti disegni realizzati con guano di pipistrello databili al Neolitico ed è caratterizzata da numerosi anfratti e calette di rara bellezza. In Direzione Santa Cesarea-Castro-Leuca, inoltre, si trova la cosiddetta "Grotta delle Striare", cioè grotta delle streghe, caratteristica per l'entrata attraversata in diagonale da una lingua di roccia.
Dall'ottobre 2006 parte del territorio di Otranto rientra nel Parco della costa di Otranto-Santa Maria di Leuca e del bosco di Tricase, istituito dalla Regione Puglia allo scopo di salvaguardare la costa orientale del Salento, ricca di pregiati beni architettonici e di importanti specie animali e vegetali.
La grotta dei Cervi è stata scoperta il 1º febbraio del 1970 da membri del Gruppo speleologico salentino "P. de Lorentiis" di Maglie -Lecce- ed è il complesso pittorico neolitico più imponente d'Europa. In un primo momento le si diede il nome di “Antro di Enea”, per via della leggenda secondo la quale Enea sbarcò in Italia proprio a Porto Badisco. Il nome attuale deriva dalle successive scoperte dei pittogrammi.
La grotta non è accessibile al pubblico.
Si suddivide in tre ampi corridoi percorsi da pitture scoperte al loro interno.
Il primo corridoio è lungo circa 200 metri, ed a un certo punto si sdoppia in due rami uno in direzione nord alla fine del quale furono ritrovato due scheletri, e l'altro in direzione sud-est.
Il secondo corridoio è ricco di pitture, e anch'esso è lungo 200 metri e vi si accede da un cunicolo passante dal I corridoio. Questo corridoio verso la fine si allarga dando accesso a due sale successive. Verso la metà il percorso si interrompe e vi è la presenza di un laghetto naturale formatosi dalle acque di stillicidio, e successivamente vi è la presenza di un deposito di guano adoperato dall'uomo neolitico per dipingere.
Il terzo corridoio è lungo anch'esso 200 metri e al suo interno vi si accede dal II corridoio attraverso un'apertura molto bassa.
I pittogrammi, in guano di pipistrello e ocra rossa, raffigurano forme geometriche, umane e animali, che risalgono all'epoca neolitica, tra il 4.000 ed il 3.000 a.C.
Le figure rappresentano cacciatori, animali (cani, cavalli, cervi), oggetti, simboli magici, geometrie astratte e molte scene di caccia ai cervi (da cui il nome della grotta). Uno dei pittogrammi più famosi è il cosiddetto Dio che balla, che raffigura uno stregone danzante.